Prisco De Vivo nasce a San Giuseppe Vesuviano, Napoli nel 1971. Sin dall’infanzia, rivela un’eccezionale predilezione per il disegno e la pittura. Significativo è stato l’incontro con il maestro Pietro Annigoni, che lo ha guidato verso una poetica pittorica esistenziale rendendo decisivo il suo orientamento artistico intimista. Le sue prime influenze gli derivano dallo studio dell’arte antica al barocco di Jusepe de Ribera, da Eduard Munch all’espressionismo tedesco. Il suo discorso artistico tratta in maniera singolare dell’inquietudine umana e si sviluppa in una dimensione estremamente concettuale. Le sue immagini non sono mai “comode”, o naturalmente belle, esse, invece, dimostrano che l’estetica del dolore ha la stessa forza evocativa delle connessioni sinaptiche, la rappresentazione fa da contraltare alla visione ultima dell’opera che diviene, trasforma e ripara ogni ciclica impalcatura. “Prisco De Vivo è il pittore della profondità concettuale, che misura il grado della sua umoralità ricca e impregnata d’espressività in una corporalità mossa e fortemente carica di linguaggio, per cui ogni centimetro quadrato del suo lavoro è indispensabile e non separabile nell’economia sfarzosa dei corpi”, afferma Francesco Gallo.
Una delle sue ultime opere realizzate è un Sant’Elia Profeta, che ci ha mostrato in esclusiva alla nostra redazione e che noi vi proponiamo nella descrizione fatta dall’autore nell’intervista rilasciataci, di cui al video allegato, dopo aver prima dato uno sguardo a quelle che sono le ultime opere in lavorazione.