“L’eccellenza dei nostre produzioni lattiero-casearie è il fiore all’occhiello del made in Italy agroalimentare. Va bene il controllo europeo sulla libera circolazione delle merci ma a condizione che ciò non avvenga a discapito della sicurezza alimentare: la qualità dei nostri formaggi non può certo essere messa in mora”. Lo ha detto Aldo Patriciello, parlamentare europeo di Forza Italia, commentando la decisione della Commissione Europea di prorogare fino al 29 settembre il termine di risposta alla lettera di avvio di una procedura (l’ennesima) di infrazione nei confronti dell’Italia per il divieto di impiego di latte concentrato o in polvere nelle produzioni lattiero-casearie. A finire nel mirino della Commissione è la legge n .138 dell’ 11 aprile del 1974 che vieta alle aziende produttrici di yogurt e formaggio di utilizzare latte in polvere e che, a detta dell’esecutivo di Bruxelles, rappresenta un’indebita restrizione alla libera circolazione delle merci. “La proroga concessa all’Italia – afferma Patriciello – è certamente un segnale positivo e ci permette di discutere ed approfondire la problematica nel suo insieme. Del resto era l’obiettivo dell’interrogazione che, insieme agli altri colleghi della delegazione italiana del Ppe, ho inoltrato all’attenzione della Commissione: difendere non soltanto gli interessi di tutta la filiera lattiero-casearia ma rimettere al centro della discussione l’importanza della sicurezza e della qualità alimentare. Tuttavia, di fronte all’ineluttabilità della decisione comunitaria di introdurre il latte in polvere, occorre dire onestamente che il suo utilizzo, il più delle volte, rappresenta un costo aggiuntivo e non un risparmio. La composizione del latte, infatti, – spiega l’eurodeputato azzurro – varia nei mesi: in estate, ad esempio, quando fa caldo come in queste settimane, il contenuto proteico e di grasso diminuisce. Per ovviare a questi problemi si aggiunge una piccola quota di latte in polvere per cercare di avvicinarsi il più possibile alla formula standard. È chiaro però che qualcuno potrebbe comunque trovare il modo per produrre nuovi formaggi solo con latte in polvere ed è questo che si deve evitare. Credo quindi che la soluzione migliore sia condurre una seria battaglia per l’indicazione e la tracciabilità degli ingredienti per garantire la qualità dei vari prodotti. Ad oggi – conclude Patriciello – non è obbligatorio indicare sulla confezione se viene utilizzato latte in polvere nello yogurt e nel formaggio. Penso invece che questo obbligo vada stabilito: il consumatore ha diritto a scegliere in maniera consapevole”.