«Siamo orgogliosi che il nostro spettacolo contro la violenza sulle donne abbia attirato una così grande attenzione. Recitare durante la giornata contro la violenza sulle donne, in un contesto storico e prestigioso come quello che ci ha messo a disposizione il Comune di Lauro ci riempie di orgoglio e di responsabilità». Parole del presidente di Radio Arci Masaniello Giuseppe Tufano nel presentare il recital “So’ Femmene!” che sarà in scena il 25 novembre 2023, durante la giornata nazionale contro la violenza sulle donne, a partire dalle 19.00, nella suggestiva cornice dell’auditorium San Filippo Neri. L’evento è promosso dal Comune di Lauro, in collaborazione con l’associazione Fonte Nova, nell’ambito della rassegna “D’Amore non si muore”. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.
“So’ Femmene”, spettacolo originale della compagnia Teatr@rci, è «un omaggio in parole, musica ed immagini alla Donna» che la compagnia teatrale sociale savianese porta in scena dallo scorso anno.
“Per riflettere, emozionarsi e non dimenticare”, recita il sottotitolo dello spettacolo, che porterà al pubblico lauretano brani di teatro napoletano classico, come il monologo della Madonna delle Rose di Eduardo De Filippo, e contemporaneo, attraverso un brano dello straziante “Stupro” di Franca Rame. Il tutto insieme a poesie edite ed indite, come “Sono una Donna” di Joumana Haddad o le opere di Josephine Valley, in un percorso di teatro sociale. La regia è affidata all’esordiente Maria Russo, che si avvarrà anche della chitarra di Angelo Riccardo e delle opere visive di diversi artisti che hanno voluto e gradito collaborare al progetto, e che, secondo gli autori, «garantiranno al pubblico un’esperienza immersiva e coinvolgente».
«La rassegna “D’amore non si muore” – spiega Ilaria Aschettino, assessore alle pari opportunità di Lauro – è l’iniziativa promossa per sensibilizzare la cittadinanza contro la violenza sulle donne, intesa come violazione dei diritti umani. Il tema è, purtroppo, più attuale che mai: le vittime del 2023 sono più di quelle del 2022, segno che il problema è di difficile soluzione e richiede la sinergia di famiglia, Stato, scuola, istituzioni».