Disoccupazione giovanile alle stelle? Dati sulla disoccupazione generale sempre più allarmanti? Nessun problema, il ministro dell’Istruzione senza titoli Valeria Fedeli, ha la ricetta che fa per voi, anzi per loro. Tramite un suo decreto ha stabilito infatti una corsia preferenziale per gli immigrati come lavoratori nelle scuole. Con un semplice permesso di soggiorno gli stranieri hanno ora la possibilità di accedere alla graduatoria Ata per le scuole con requisiti più vantaggiosi per ottenere il posto. Basta essere “titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente”.
A rivelarlo è il quotidiano La Verità, che ha intervistato il presidente nazionale del sindacato Feder.ata, Giuseppe Mancuso: “Negli ultimi anni si sono persi posti di lavoro nel settore del personale non docente della scuola. I pensionati – ha specificato Mancuso – non sono stati rimpiazzati e circa 15- 20.000 precari attendono un inserimento stabile: sono precari che hanno già avuto una formazione e hanno un’esperienza del lavoro, molto delicato, da compiere nella scuola”. Nella scuola pubblica da anni, come ben noto, c’è un problema di stabilizzazione per docenti e bidelli, tra precariato e incertezze continue. E il ministro dell’Istruzione come pensa di porre rimedio a tutto ciò? Assumendo gli immigrati.
“È decisamente irrazionale – afferma il presidente di Feder.ata – scavalcare i precari italiani che attendono da anni e immettere cittadini di altri Paesi che possono avere tutte le qualità e anche titoli equivalenti ma non possono avere l’esperienza già maturata sul campo dai precari italiani”. Irrazionale e, aggiungiamo noi, decisamente vergognoso. Eppure la Fedeli ha deciso sul serio così, puntando a regalare posti di lavoro come bidelli nelle scuole ai nuovi arrivati piuttosto che regolarizzare gli italiani che da anni si barcamenano nei meandri della burocrazia statale in attesa appunto di stabilizzarsi. Il ministero dell’Istruzione apre quindi le graduatorie di terza fascia per il personale Ata anche a profughi ed extracomunitari. In questo modo circa 20 mila precari italiani, come gli aspiranti bidelli, rischiano di essere scavalcati dagli immigrati.