Le graduatorie delle misure 411 e del Progetto integrato giovani del PSR Campania 2014 – 2020 risultano ferme a causa di ritardi, ricorsi, riesami e istruttorie che si rincorrono.
Le forti criticità, inoltre, sono state aggravate dall’emergenza sanitaria da Covid-19 che con la compressione dei consumi, ha ulteriormente acuito le difficoltà finanziarie delle aziende agricole.
Le cause, secondo la Federazione Agronomi Campania, che hanno portato alla situazione di criticità sono da ricercare
nella confusa individuazione del target delle aziende e dei progetti meritevoli di finanziamento, l’eccessivo livello di contribuzione pubblica previsto dalle misure, con contributi a fondo perduto fino al 90% della spesa per gli investimenti e, infine, nella pubblicazione di pochi bandi sulle diverse misure, sui quali si sono concentrate migliaia di domande costringendo le aziende ed i tecnici ad affannarsi nella redazione dei progetti per poter partecipare alle poche opportunità che si sono presentate.
Le aziende, in attesa di una risposta da parte della Regione Campania, si sono adesso trovate a far fronte ad una crisi epocale dovuta all’emergenza COVID che ha ridotto e in alcuni casi azzerato i ricavi.
La proposta della Federazione dei dottori agronomi e forestali della Campania è di finanziare tutte le istanze che risulteranno ammissibili a finanziamento delle misure del PSR attualmente in overbooking, dando seguito alle graduatorie in essere attraverso l’impiego delle risorse ancora rinvenibili del programma in corso, e di quelle anticipabili a fini emergenziali dalle annualità 2021/2022 e lo snellimento e semplificazione procedurale, procedure di valutazione e controllo più rapide ed omogenee, tempestività nelle liquidazioni, tempi certi per gli imprenditori.
Di seguito la nota della Federazione Agronomi Campania inviata alla Regione,
“È oramai sotto gli occhi di tutti la situazione di stallo che, da due anni, vede le graduatorie delle misure 411 e del Progetto integrato giovani del PSR Campania 2014 – 2020 ferme al palo tra ritardi, ricorsi, riesami e istruttorie che si rincorrono. Le rappresentanze della nostra categoria professionale, che è quella con le maggiori competenze nel campo della predisposizione dei progetti di sviluppo aziendale in agricoltura, hanno più volte ed in ogni occasione possibile espresso tutta la propria preoccupazione per quanto sta accadendo in merito alle graduatorie di alcune importanti misure del PSR Campania. Le forti criticità evidenziate sulle graduatorie sono ben lontane dall’essere risolte, nonostante i due anni passati dalla presentazione dei progetti e prevale la mancanza di certezze per le aziende e per i tecnici impegnati nello sforzo di modernizzazione il settore. In questa situazione di paralisi e di incertezza si è aggiunta l’inaspettata crisi dovuta all’emergenza COVID che, con la compressione dei consumi, ha ulteriormente acuito le difficoltà finanziarie delle aziende agricole. La Regione Campania ha dimostrato in questi mesi di saper affrontare con forza e determinazione l’emergenza mettendo a disposizione delle aziende alcune misure specifiche di supporto, ma a nostro parere molto di più si potrebbe fare per il settore attraverso lo sblocco dei fondi PSR, che consentirebbe di dare una forte boccata di ossigeno alle aziende e potrebbe attivare velocemente gli investimenti già pronti e che in moltissimi casi sono già in corso di esecuzione, coinvolgendo positivamente l’intera filiera.
Prima di esprimere le nostre idee e proposte sarà necessario però affrontare e comprendere le cause che hanno portato all’attuale situazione di criticità e che, al di là degli aspetti procedurali e burocratici/amministrativi, che pure hanno inciso in maniera importante sui ritardi accumulati, vanno ricercate anche in errori originari di programmazione del PSR 2014 – 2020.
Il primo punto è da ricercare nella confusa individuazione del target delle aziende e dei progetti meritevoli di finanziamento. La strategia posta alla base delle misure rivolte all’adeguamento strutturale delle aziende, sembrava andare nella direzione di preferire i progetti di piccole o medie dimensioni favorendo le piccole aziende poste nelle aree più svantaggiate. Tale approccio, che pure può essere apprezzabile come obiettivo di sviluppo per alcune aree, ha comportato notevoli distorsioni nella distribuzione delle risorse sul territorio e tra le aziende, con il rischio di finanziare aziende marginali e poco strutturate a discapito delle aziende più avanzate e più pronte alla ricerca dell’innovazione. In quest’ottica sono emblematiche alcune graduatorie pubblicate ed approvate che vedono punteggi di primalità attribuiti a progetti con investimenti di dimensione talmente ridotta che si corre il rischio di sprecare risorse e vanificare l’impatto dei finanziamenti sul tessuto economico e sui territori. A nostro parere, per il futuro, nonostante le difficoltà di programmazione in un territorio così poco omogeneo, andranno previsti interventi e criteri di selezione non più uguali per tutti i territori, ma calibrati in funzione delle diverse realtà agricole e territoriali. Non è più pensabile far competere negli stessi bandi e nelle stesse graduatorie realtà agricole così diverse tra loro;
Un secondo punto molto critico dell’attuale programmazione è stato l’eccessivo livello di contribuzione pubblica previsto dalle misure, con contributi a fondo perduto fino al90% della spesa per gli investimenti. Tale scelta è stata strategicamente errata e distorsiva, favorendo la proliferazione di nuove aziende poco strutturate spinte ad effettuare investimenti scarsamente produttivi e con poca attenzione alla futura redditività e, nel contempo, riducendo la platea di progetti finanziabili.
In merito poi al punto gestione dei bandi, delle istruttorie e delle graduatorie, ciò che sta avvenendo ci pone di fronte ad una serie di riflessioni:
nell’intero periodo di programmazione 2014-2020 sono stati pubblicati pochi bandi sulle diverse misure, sui quali si sono concentrate migliaia di domande costringendo le aziende ed i tecnici ad affannarsi nella redazione dei progetti per poter partecipare a quelle poche opportunità che si sono presentate. Questo ha comportato un corto circuito amministrativo/procedurale con migliaia di progetti presentati sui pochi bandi aperti con necessità di ricorrere a proroghe su proroghe e mettendo in crisi la macchina amministrativa, che si è vista costretta ad operare in condizioni difficili. Sarebbe più opportuno prevedere bandi a sportello o bandi aperti ogni due mesi ripetendo l’esperienza positiva della programmazione 2007/2013. Si evidenzia che i progetti di sviluppo aziendale non sono semplici domande di finanziamento ma sono pianificazioni complesse che riguardano l’insieme dei processi produttivi e delle strutture di un’azienda agricola e che, pertanto, necessitano di valutazioni approfondite non facili da eseguire in tempi ristretti con le procedure di istruttoria che, in molti casi, si limitano ad un esame prettamente burocratico e non consentono ai tecnici istruttori di entrare nel merito specifico del valore del progetto.
A questo si aggiunge una eccessiva complessità dei bandi, che non sempre risultano chiaramente interpretabili, e procedure estremamente farraginose.
Appare anche necessario prevedere graduatorie uniche regionali elaborate con criteri univoci e uniformi ed indicazioni precise, evitando interpretazioni differenziate tra le diverse province.
Per quanto finora esposto, con la speranza che le nostre sollecitazioni possano trovare accoglimento nella prossima programmazione, si insiste sulla necessità di dare risposte alle migliaia di aziende che si trovano da due anni ad attendere una definizione della propria posizione e della possibilità di accedere ai finanziamenti. Purtroppo, le attuali risorse messe a disposizione sui vari bandi consentiranno solo ad un numero molto limitato di aziende di accedere ai finanziamenti recati dal PSR, lasciando indietro tantissimi progetti di sviluppo che, invece, sarebbero assolutamente meritevoli di essere finanziati. Queste aziende, in attesa di una risposta da parte della Regione Campania, si sono adesso trovate a far fronte ad una crisi epocale dovuta all’emergenza COVID che ha ridotto e in alcuni casi azzerato i ricavi. Difatti, buona parte di queste aziende hanno già dato inizio agli investimenti previsti trovandosi adesso nella difficile condizione, da una parte, di non vedere finanziati i propri progetti e dall’altra di non poter far fronte agli impegni finanziari già presi.
La proposta della Federazione dei dottori agronomi e forestali è senza dubbio quella di finanziare tutte le istanze che risulteranno ammissibili a finanziamento, attraverso almeno due soluzioni:
1) Il finanziamento delle misure del PSR attualmente in overbooking, dando seguito alle graduatorie in essere attraverso l’impiego delle risorse ancora rinvenibili del programma in corso, e di quelle anticipabili a fini emergenziali dalle annualità 2021/2022, considerando che, molto probabilmente, la prossima programmazione non vedrà la luce prima di 2/3 anni
2) Snellimento e semplificazione procedurale, procedure di valutazione e controllo più rapide ed omogenee, tempestività nelle liquidazioni, tempi certi per gli imprenditori.
A nostro parere, in questo preciso momento storico di crisi globale vanno trovate e studiate tutte le soluzioni per finanziare i progetti di sviluppo innovativi ed immediatamente attivabili come quelli che hanno partecipato ai bandi PSR, in modo che diventino volano di sviluppo per tutto il settore e consentano alle aziende di ripartire con slancio superando questo momento di difficoltà”.