“La Sanità campana, dopo dieci anni di commissariamento governativo è uscita dal Piano di rientro ed il governatore De Luca, nella qualità di Presidente della giunta regionale, deve ora porsi necessariamente all’ascolto delle categorie e degli stakeholders, portatori degli interessi legittimi di imprese, cittadini e malati”. È l’invito lanciato da Aspat, l’Associazione di categoria della sanità privata accreditata territoriale, tramite il presidente Pierpaolo Polizzi ed i dirigenti Gambardella, Gambino e Lanzaro.
“L’Associazione ha elaborato per entrambe le macroaree assistenziali – proseguono dall’organizzazione – , proposte concrete e risolutive delle maggiori criticità del comparto. In particolare, la Regione ha l’opportunità di raggiungere, attraverso una nuova programmazione, il doppio obiettivo della continuità dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e della riduzione significativa delle liste di attesa. Vi sono, infatti, le condizioni in ambito di assistenza specialistica ambulatoriale per una erogazione continuativa da parte dei centri pubblici e privati accreditati, senza le ripetute interruzioni su base trimestrale a carico del privato”.
“Altro punto al centro dell’attenzione – sottolinea l’Aspat – è quello relativo ai nuovi tetti di spesa e ai correlati contratti degli erogatori accreditati. Dopo anni di motivate richieste delle associazioni di categoria finalmente la Regione Campania ha adottato un cambio di paradigma, definendo il fabbisogno non più sulla base della previgente offerta (dato storico consolidato), ma sulla corretta ed articolata analisi dei bisogni rilevati dai territori provinciali. Il Presidente De Luca è oggi consapevole che per garantire i LEA in continuità assistenziale deve programmare un incremento di volumi prestazionali aggiuntivi a quelli erogati nel corso del 2018. Le risorse finanziarie a tale scopo utilizzabili esistono e sono state già accantonate in bilancio”.
“Per consentire all’intero comparto socio-sanitario di ripartire – concludono i vertici dell’Aspat – è assolutamente necessario realizzare le condizioni di uno stop generalizzato al contenzioso legale che, come ben noto, in presenza di soccombenza della pubblica amministrazione, trasferisce ingenti debiti fuori bilancio all’attenzione della Corte dei conti. Al tempo stesso operare ad una deflazione del contenzioso significa stabilizzare e normalizzare l’intero settore del privato accreditato. Come? Utilizzando lo strumento dei contratti integrativi quali addendum ai tetti di spesa del biennio 2018/19 e da quest’ultimi ripartire per superare l’attuale condizione di diffusa precarizzazione del comparto”.