Una disamina attenta e articolata sulla condizione del sistema della Scuola statale, flagellata per anni anzi decenni da pseudo-riforme; una condizione, che la crisi sanitaria, sociale ed economica innescata dalla pandemia del Sars-Cov-2 mette a nudo in tutte le sue articolazioni. Ne dà atto e ferma contezza, il documento che si pubblica- autentico atto d’accusa, ma anche di sofferto disagio civile e professionale, nello stesso tempo- è sottoscritto in prima persona e direttamente da centinaia di docenti, che operano in Licei, Istituti statali d’istruzione superiore, Istituti tecnici e Istituti comprensivi dell’area nolano- vesuviana, della città metropolitana di Napoli, con significative adesioni di docenti attivi in Istituti e Licei di Milano, Chieti e Lanciano.
Lettera aperta alla Ministra dell’Istruzione
On.le Lucia Azzolina
Fino a che punto la scuola potrà subire la condizione di essere capro espiatorio dell’inefficienza del sistema economico-sociale, dell’inadeguatezza e dell’inadempienza di governi che “gattopardescamente” si avvicendano alla guida del Paese?
Fino a quando l’istruzione sarà ancora flagellata da pseudo–riforme, in realtà tagli indiscriminati che hanno irrimediabilmente impoverito i curricula scolastici?
Da anni il dicastero dell’Istruzione, in teoria asse portante della civiltà del Paese, evidenzia numerose falle, individuabili nell’inattendibilità scientifica in merito all’operato tecnico (in proposito, basterebbe pensare ai tanti errori, tempestivamente denunciati, presenti nelle tracce della prima prova dell’esame di Stato), nell’inadeguatezza degli ambienti di apprendimento spesso vetusti, mal attrezzati, solo parzialmente conformi alle norme sulla sicurezza, ma soprattutto nella scarsa valorizzazione del docente, sempre più individuato come terminale verso cui convogliare le tensioni sociali alle quali la politica non è in grado di porre rimedio. Discutibili le recenti modalità di formazione e reclutamento del personale educativo che appaiono ispirate a criteri di fantasia, più che a valutazioni di natura pedagogico- culturale. L’ultimo atto di tale inarrestabile decadenza si consuma in Campania, mentre impenna la seconda ondata pandemica da Covid 19 che rischia di mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale, già tanto provato.
Contro l’Ordinanza del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che dispone in maniera temporanea la didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado dal 16 al 30 ottobre oppone, sdegnata, il suo veto la Ministra dell’Istruzione, la stessa che, in pieno lockdown, confusamente e tra mille contraddizioni, impartiva al mondo della Scuola ordini e contrordini, annaspando nel mare delle indecisioni, fra i tanti suggerimenti provenienti da opposte parti (si pentì; poi si pentì di essersi pentita).Intanto DS e docenti si attivavano con ogni risorsa possibile per ricostruire, anche se a distanza, i valori della socialità, humus e, nel contempo, obiettivo supremo di ogni comunità democratica, riuscendo così ad unire nuovamente i ragazzi, anche se nell’aula virtuale, a motivarli, a sottrarli alla sensazione di vuoto e di isolamento.
Chi tra gli insegnanti ai tempi del Covid potrà mai dimenticare, dopo l’immane sforzo profuso nel ricucire il dialogo educativo interrotto dalla pandemia, l’improvvida decisione del “Salvi tutti” (ovvero tutti promossi, furbetti e fantasmi inclusi), trionfalmente diffusa urbi et orbi qualche mese prima degli scrutini finali, senza alcuna considerazione in merito ad una possibile ricaduta negativa sulla platea scolastica? Forse al ministero si ignora che già da molti anni la valutazione finale è frutto di attenta osservazione e analisi degli aspetti psicologici ed emotivi dei ragazzi, del vissuto personale che contraddistingue lo stile originale e irripetibile di ciascuno, ancor più nel difficile periodo che stiamo attraversando.
Con lo stesso zelo e la stessa procedura a tentoni, durante l’estate, quando l’illusione di un’attenuazione della malattia ha alimentato la speranza di un ritorno almeno parziale alla normalità, il ministero ha studiato le misure per il rientro a scuola in sicurezza, prospettando le soluzioni più improbabili quali cabine in plexiglas per garantire isolamento e distanziamento tra gli alunni, inizio delle lezioni alle ore sette, per poi approdare alla “soluzione finale” dei banchi con le rotelle quale panacea di tutti i mali, come se, prima di tale mirabolante innovazione, i docenti non avessero mai adottato strategie di apprendimento laboratoriale o cooperativistico, provvedendo anche a cambiare la disposizione dei banchi. Certo può essere divertente per i ragazzi più vivaci giocare a fare la corsa sui banchi mobili come su una giostra, salvo possibili incidenti soprattutto a danno dei più piccoli.
Decisamente più impopolare, per alcuni studenti e professori delle superiori, è stata la seduta con ribaltina dove c’è possibilità di appoggio a malapena per un quaderno, con buona pace di tante discipline tecnico-artistiche, anche caratterizzanti in alcune articolazioni di indirizzo, che vanno definitivamente a farsi benedire.
“La scuola è il luogo più sicuro di tutti”
continua a sentenziare Lucia Azzolina. Certo, il personale scolastico continuamente vigila e raccomanda ai ragazzi di osservare attentamente le norme anti-Covid, quali l’uso della mascherina, la frequente igienizzazione delle mani e il giusto distanziamento. Ma la scuola, contrariamente allo slogan che si ripete come un ritornello al dicastero dell’istruzione, non ha sede nell’Iperuranio platonico, al riparo dalla contaminazione del virus; al contrario è crocevia di infiniti scambi, è approdo di masse di studenti spesso asintomatici che provengono dai più svariati ambienti socio-culturali, che viaggiano stipati come sardine nei trasporti pubblici, senza alcun controllo, che frequentano molti altri luoghi di aggregazione. Quanto a sicurezza nelle scuole, ulteriori perplessità nascono dalla comparazione con la realtà di altri Enti. L’evidente disparità nella dotazione dei dispositivi di sicurezza ha suscitato nei docenti la sensazione di essere, come sempre, figli di un dio minore.
I docenti, infatti, operano in istituti la cui popolazione scolastica arriva fino al numero complessivo di 1700 persone, in classi spesso numerose (dai 25 alunni in su), e sono protetti dalle sole mascherine chirurgiche, talvolta di scarsa qualità. Le visiere sono state previste solo per gli insegnanti di sostegno, operanti a distanza, per così dire ravvicinata, in assenza dei quali, tuttavia, è il docente di cattedra a doversi giustamente prendere cura di BES, DSA, senza adeguata protezione.
“Il contagio da Covid 19 nelle scuole è minimo, a mala pena percettibile”
Ultima grande verità sciorinata dagli addetti ai lavori. Peccato che tali stime non includano gli asintomatici di cui sopra, come un noto virologo ha affermato, e per giunta contrastino nettamente, ritornando al caso specifico della Campania, con le cifre pubblicate dalle ASL territoriali. Anche in quest’ambito si fa strada un legittimo, terribile dubbio: se le stime dei contagi sono state condotte con la stessa attenzione con la quale sono state stilate le graduatorie, inficiate da errori di attribuzione punteggio, con la conseguente valanga di ricorsi che ha subissato i CSA, quale ragionevole speranza si può nutrire circa l’attendibilità della sopra citata affermazione? Senza considerare che dopo tutta la polemica delle “classi pollaio” le classi prime, ancora oggi, contano un numero elevato di studenti, toccando cifre anche di 29 alunni, con l’enorme difficoltà di distribuire gli stessi in aule sufficientemente capienti e soprattutto di abbattere le distanze economico-sociali che rallentano i ritmi di apprendimento.
Certamente, tutto il mondo della scuola tiene a garantire con ogni sforzo possibile le lezioni in presenza, Coronavirus permettendo, e a tal proposito è giusto ricordare, a quanti ne sono dimentichi, che la Campania ha reso obbligatorio il test rapido per gli insegnanti prima del ritorno in classe, a ulteriore tutela della salute di bambini e ragazzi. Eppure in Campania, nonostante gli ingressi differenziati, il ricorso alla DDI e tutte le altre misure previste che i DS hanno cercato faticosamente di mettere in atto, molte scuole, come già da copione europeo, hanno chiuso prima di riavviarsi. Sono bastate poche riunioni del personale scolastico, in presenza, ad azionare la catena del contagio con la conseguente chiusura degli istituti, ancor prima dell’avvio delle lezioni, la sanificazione e i costi ad essa connessi.
L’Ordinanza-De Luca, in realtà è stata anticipata dai provvedimenti di molti sindaci campani (a Sperone; Lauro; Arzano) in qualche caso medici di professione; dalle delibere degli organi collegiali, nella fattispecie il Consiglio d’Istituto in una Scuola di Nola che ha disposto il ricorso alla DAD per 15 giorni, data la presenza di un preoccupante numero di contagiati già nel personale ATA. È ragionevole quindi immaginare che la stessa Ordinanza-De Luca, a sua volta, sia la prima rispetto ad altre misure straordinarie che governatori di altre regioni saranno costretti purtroppo ad adottare, a causa della recrudescenza del virus, anche se Lucia Azzolina continua ad opporre il suo “NO”.
Ebbene, cara Ministra
(voglia consentire l’epiteto affettuoso in luogo del più formale “onorevole”)
potrebbe provare a considerare che le misure adottate in Campania, lungi dal disconoscere le sue prerogative, sono state dettate dalla necessità di fermare la velocissima diffusione dei contagi, in vista di sostenere la sanità regionale già al collasso?
Pertanto, la temporanea applicazione della DAD in Campania, tenuto presente il contesto regionale (che già evoca gli scenari drammatici di marzo) non vuol essere un attentato all’istruzione che, in tutta onestà, ha subito, anche in assenza di eventi straordinari e gravi, ben altri bombardamenti.
Forse non si ha precisa contezza di quale disagio abbia provocato nell’organizzazione della giornata scolastica, anche ad orario ridotto e in DDI, la mancata nomina di molti insegnanti in organico di diritto. A questo si aggiunga il problema Covid: per ogni ragazzo positivo al Covid, un intero consiglio di classe in quarantena, consiglio di classe operante non solo nella classe in cui viene rilevato il contagio, ma perlomeno su altre due. Tale situazione ha determinato, sin dai primi giorni di scuola, un alto numero di sostituzioni con la conseguente perfetta realizzazione della scuola-parcheggio, sogno proibito della cattiva politica.
La rilevazione anche di pochi contagiati determina un’ingovernabile situazione: se appena due consigli di classe sono in quarantena, risulta talmente sproporzionato il rapporto tra docenti disponibili e classi da coprire che ognuno degli insegnanti superstiti è costretto a fare su quattro ore anche tre di sostituzione e, in diversi casi, sull’intero orario di servizio, resta una sola ora a settimana nella propria classe, a insegnare la propria disciplina. Questo perverso meccanismo si può ancora chiamare scuola? In simili circostanze, nonostante le tante limitazioni e criticità, la DAD diventa inevitabile.
Da sottolineare, altresì, che i docenti per lo più rientrano nella fascia di età dai quaranta in su, particolarmente esposta a contrarre il virus nella sua forma più grave. Ebbene essi con il ritmo incalzante delle sostituzioni corrono un elevato rischio di contagio, perché a contatto con molti più alunni rispetto alla media delle sole proprie classi.
Cara Ministra,
fermo restando il sacrosanto diritto a protestare, in democrazia, a poter non condividere provvedimenti radicali come quelli previsti dall’Ordinanza della Campania, anche se motivati da gravissime circostanze straordinarie, i suoi commenti sull’effetto immediato dell’entrata in vigore della DAD hanno suscitato molta amarezza in quanti credono e operano nel mondo della scuola. Il ricorso alla didattica a distanza, secondo una sua affermazione resa nota dai giornali, avrebbe indotto, già dal suo primo giorno di applicazione, un numero massiccio di ragazzi a bighellonare nei centri commerciali.
Simili dichiarazioni, fondate sulla visione di filmati di incerta provenienza, non solo non restituiscono la verità dei fatti, ma creano inutili e pericolose contrapposizioni. È, al contrario, ampiamente dimostrabile, che la quasi totalità degli studenti campani, era in collegamento con i propri docenti ad esercitare il proprio diritto-dovere allo studio.
In definitiva poi, quale sarebbe la differenza tra la DAD, già prevista e praticata nelle scuole, e la concentrazione della stessa negli ultimi 15 giorni di ottobre, secondo l’Ordinanza De Luca, volta a dare respiro alla sanità campana?
La Costituzione sancisce la tutela del diritto alla salute e allo studio; da qui scaturisce l’obbligo di rimodulare la didattica, in circostanze di acclarato pericolo per la salute pubblica, senza la quale cade la possibilità di ogni nobile attività umana.
A tali principi si ispira la decisione del TAR del 19 ottobre che legittima i provvedimenti straordinari, data la correlazione tra aumento dei casi di positività al Covid-19 e frequenza scolastica, nonché diffusività del contagio medesimo e della progressiva saturazione delle strutture di ricovero.
Gentile Ministra,
oggi più che in passato è necessario per tutti affidarsi alla prudenza nelle scelte, interpretare nella sua essenza profonda il ruolo di insegnante (ovvero colui che lascia il segno), di minister (ovvero servitore dello Stato) che implica ascolto, confronto, verità. Occorre rifuggire da atteggiamenti antitetici al sogno della “democrazia diretta”.
I nostri giovani sono infatti severi giudici, abilissimi nello smascherare l’inadeguatezza di cattivi maestri così come l’incompetenza di cattivi politici, ancor più se ammantata da atteggiamenti di opportunistica complicità. In molte sottili maniere i ragazzi gridano la loro denuncia contro il vuoto di solide figure di riferimento nelle gerarchie politico-culturali del paese, causa principale delle lacerazioni interne al tessuto umano e sociale dell’Italia.
Nola, 20/10/2020
I docenti
Elena Silvestrini, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Antonietta Anzisi, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Assunta Barone, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Anna Caruso, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Anna Maria Coppola, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Tiziana De Sapio, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Fortuna Dubbioso, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Concetta Falco, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Giuseppe Feola, I.T.C.G “Masullo Theti”, Nola (NA)
Santa Franzese, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Angelina Iovino, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Maria Pia Martone, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Gavino Napolitano, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Patrizia Napolitano, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Antonio Nappi, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Anna Piscopo, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Anna Rega, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Filomena Terracciano, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Giuseppina Tortora, I.T.C.G. “Masullo Theti”, Nola (NA)
Maria Anzisi, I.S.I.S “Albertini”, Nola (NA)
Mariella Perillo, I.S.I.S “Albertini”, Nola (NA)
Giovanna Nunzia Vecchione, Sc. Sec. 1° grado “Merliano Tansillo”, Nola (NA)
Lucia Menna, I.C. “Paolo Borsellino” Napoli
Antonella Appierto, I.S.I.S. “Elena di Savoia”, Napoli
Anna Bizzarro, I.S.I.S. “Elena di Savoia”, Napoli
Daniela Esposito, I.S.I.S “Elena di Savoia”, Napoli
Carmela Macrì, I.S.I.S “Elena di Savoia”, Napoli
Alessandra Ottieri, I.S.I.S. “Elena di Savoia”, Napoli
Federica Penta, I.S.I.S. “Elena di Savoia”, Napoli
Francesca Ranieri, I.S.I.S. “Elena di Savoia”, Napoli
Maria Rosaria Schiattarella, “Elena di Savoia”, Napoli
Carmela Spada, I.S.I.S. “Elena di Savoia”, Napoli
Daniela Albano, Liceo Artistico Statale di Napoli
Maria Rosaria Converso, Liceo Artistico Statale di Napoli
Amalia Federico, Liceo Artistico Statale di Napoli
Maria Gargotta, Liceo Artistico statale di Napoli
Maria Luisa Parlavecchio, Liceo Artistico Statale di Napoli
Antonio Piccolo, Liceo Artistico Statale di Napoli
Concetta Re, Liceo Artistico Statale di Napoli
Giuseppina Santoro, Liceo Artistico statale di Napoli
Enza Silvestrini, Liceo Artistico Statale di Napoli
Francesca Lupo, Liceo “A. Genovesi”, Napoli
Annalisa Albanese, Liceo Statale “Don Lorenzo Milani”, Napoli
Piera Violante Ruggi d’Aragona, Liceo Statale “G.B. Vico” Napoli
Sonia Corvino, I.C. “Viviani”, Casalnuovo di Napoli
Filomena Fioccola, I.C. “Viviani”, Casalnuovo di Napoli
Pasquale Massa, I.S.I.S “Pagano-Bernini” Napoli, (in quiescenza da settembre 2020)
Benedetta Esposito, Sc. Sec. 1° grado “G. Caporale”, Acerra (NA)
Filomena Accongiagioco, (in quiescenza) Liceo “Gandhi”, Casoria (NA)
Claudia Fontanelli, Liceo “Gandhi”, Casoria (NA)
Anna Maria Gambuti, Liceo “Gandhi”, Casoria (NA)
Maria Rosaria Macina, Liceo “Gandhi” Casoria (NA)
Margherita Paladino, Liceo “Gandhi” Casoria (NA)
Nunzio Tafuro, I.T.I “R. Elia”, Castellammare di Stabia (NA)
Carlangelo Mauro, Liceo Statale “E. Medi” Cicciano (NA)
Rosanna Serpico, Liceo Statale “E. Medi” Cicciano (NA)
Rosa Esposito, Ist. Alberghiero “C. Russo”, Cicciano (NA)
Sabrina Iovino, I.C. 5 “A. Maiuri”, Ercolano (NA)
Immacolata Rosano, Liceo Statale di Ischia (NA)
Flora Romano, I.S. “R. L. Montalcini- G. Ferraris” Saviano (NA)
Marina Liquori, Ist. Sup. “F. Caracciolo”, Procida (NA)
Maria Margherita Simonetti, Ist. Sup. “F. Caracciolo”, Procida (NA)
Caterina De Sena, (in quiescenza) I.I.S “M. Serao” Pomigliano D’Arco (NA)
Giuseppina Iossa, I.I.S “M. Serao” Pomigliano D’Arco (NA)
Salvatore D’Angelo, I.T.I “E. Barsanti”, Pomigliano D’Arco (NA)
Giulio Oreste Simonetti, I.S.I.S “Europa” Pomigliano D’Arco (NA)
Autilia Ferraro, I.C. “Cozzolino-D’Avino” San Gennaro Vesuviano (NA)
Mariapia Auriemma, I.C. “Costantini”, San Paolo Belsito (NA)
Assunta De Filippis, I.C. “Costantini”, San Paolo Belsito (NA)
Angela Ardolino, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Rossella Autorino, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Marina Cannatelli, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Ernestina Ciatti, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Francesca D’Onofrio, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Mario De Filippo, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Raffaella Di Palma, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Maria Luisa Esposito, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Stella Esposito, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Paola Fico, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Teresa Fiorgentile, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Dina Giordano, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Anna Maria Guastaferro, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Teresa Gullaci, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Carmela Ilardi, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Melania Menditti, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Anna Muroli, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Marinella Nocerino, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Anna Pascale, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Rosa Pascale, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Concetta Prota, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Maria Provvisiero, Lic. Sc. “E. Torricelli”, Somma Vesuviana (NA)
Angela Barbara Carbone, Liceo statale “L. Garofano”, Capua (CE)
Vincenzo Piccirillo, I.S.I.S. “Ferraris” Caserta
Isabella Tommasino, I.S.I.S. “Ferraris” Caserta
Anna Agrillo, I.P.I.A “M. Niglio” Frattamaggiore (NA)
Gianni Carbone, I.P.I.A “M. Niglio” Frattamaggiore (NA)
Rosanna Cimmino, I.P.I.A “M. Niglio” Frattamaggiore (NA)
Cecilia Fontanella, Lic. Sc. “G. da Procida” Salerno
Alma Doronzo, I.P.S. “Versari-Macrelli”, Cesena (FC)
Almerico Marruchella, I.P.S. Lombardini”, Sede associata I.I.S. “Emilio Alessandrini” Abbiate Grasso (MI)
Filomena Di Renzo, Lic. Sc. “Galileo Galilei”, Lanciano (CH)
Anna D’Orazio, I.C. “Radice-Ovidio”, Sulmona (AQ)