di Antonio De Rosa
Sul tema della violenza nella coppia, il 7,4% delle persone ritiene accettabile sempre o in alcune circostanze che “un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha civettato/flirtato con un altro uomo”, il 6,2% che in una coppia ci scappi uno schiaffo ogni tanto. Rispetto al controllo, invece, sono più del doppio le persone (17,7%) che ritengono accettabile sempre o in alcune circostanze che un uomo controlli abitualmente il cellulare e/o l’attività sui social network della propria moglie/compagna.” Comunicato ISTAT 25 Novembre 2019
La violenza a carico del genere femminile è una realtà, purtroppo, sempre più radicata e che si manifesta nelle forme e circostanze più varie. Partendo dal contesto familiare fino ad arrivare all’ambito lavorativo, le forme di violenza hanno trovato nei social un ulteriore strumento di oppressione che si va a sommare alle minacce verbali e fisiche, queste ultime sempre più denunciate.
L’articolo 3 della Convenzione di Istanbul definisce:
- “la violenza contro le donne” è la violenza dei diritti umani e una forma di discriminazione nei confronti delle donne e si intendono tutti gli atti di violazione di genere che determinano o sono suscettibili di provocare danno fisico, sessuale, psicologico o economico o una sofferenza alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica o privata;
- “violenza domestica”: tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima;
- “genere”: significa che i ruoli socialmente costruiti, comportamenti, attività e attributi che una data società ritenga appropriato per le donne e gli uomini;
- “violenza contro le donne basata sul genere” designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato.
Tutte le forme di limitazione diretta o indiretta che siano, sono segno di una società fondata su pregiudizi che per nulla si avvicina agli ideali di uguaglianza e internazionalizzazione che ci si prospetta. Ogni membro meritevole della società che si veda limitato a causa di altrui preconcetti, rappresenta una perdita per una società in cui tale professionista sarebbe stato fonte di ulteriore crescita.
Necessitiamo, quindi, di una sensibilizzazione costante indirizzata ad una cittadinanza che si considera molto spesso più libera da pregiudizi di quanto non sia in realtà.
Antonio De Rosa