Lunedì 9 maggio, presso il Centro Nadur sito a Cicciano, si è tenuta la “Terza Lezione magistrale”, organizzata dal Liceo Scientifico-Linguistico-Artistico “Enrico Medi”, curato dal Dirigente Scolastico professor Pasquale Amato, dai docenti Carlangelo Mauro e Rosanna Napolitano, con la partecipazione del professor Antonio Saccone, docente ordinario di Letteratura Italiana Contemporanea all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Il titolo della lezione di oggi è stata : “La letteratura e le lusinghe della scienza: l’esperienza di Italo Calvino”. Cuore della lezione è stata la “lettura” che Calvino fa di Lucrezio, Ovidio, Galilei, Leopardi, il futurismo, Gadda, Primo Levi, gli autori che hanno assunto la scienza all’interno della loro opere, attraverso le opere dell’autore “protagonista” come le “Cosmicomiche”, “Palomar”, “Lezioni americane” ed altre.
Italo Calvino incarna perfettamente l’immagine dello scrittore come abile ingegnere della costruzione narrativa, capace di trasferire, in ambito letterario, il rigore geometrico con un linguaggio chiaro, discorsivo e “accattivante”, capace di rendere chiaro il “concetto” e consente al lettore di riflettere su ogni ambito dello “scibile”.
L’immagine di un Calvino “scientifico” lo pone come testimone di una certa modernità letteraria, non solo per le tematiche affrontate e l’approccio con le suddette ma anche per la sua consapevolezza “anzitempo” dell’importanza “dell’evoluzione” e del peso del progresso per la società. Ne è un esempio il libro “Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio” consistente in una serie di appunti destinati ad alcune lezioni che l’autore avrebbe dovuto tenere nel 1985 presso l’Università di Harvard. Sono 6 lezioni, derivanti dai valori della letteratura considerati, dall’autore, alla base della letteratura per il nuovo millennio: 1.Leggerezza; 2.Rapidità; 3.Esattezza; 4.Visibilità; 5.Molteplicità; 6.Coerenza (incompleta a causa della morte prematura dell’autore). L’ordine delle lezioni non è casuale, ma segue una gerarchia decrescente; si va dalla caratteristica più importante (la leggerezza) e si procede con la trattazione di quelle meno essenziali. Il titolo “originale” sarebbe dovuto essere “Six Memos for the Next Millennium”; “for the next millenium” indica il destinatario del messaggio, i posteri, il futuro, la società che seguirà. Un messaggio importante, un compito “gravoso” reso meno “pesante” dall’aggettivo “memos” quasi a voler presentare le “lezioni” come fossero quasi dei consigli, delle linee guida.
Per dimostrare il carattere poliedrico e la capacità di “umoristica” sono stati presentate opere appartenenti al genere fantascientifico: “Le Cosmocomiche” e “Ti con Zero”.
I racconti de “Le cosmicomiche” sono storie umoristiche e paradossali relative all’universo, all’evoluzione a tempo e spazio aventi come protagonista il vecchio Qfwfq (la scelta del nome non è casuale. È, infatti, un palindromo affinchè possa essere letto allo stesso modo sia da destra verso sinistra che da sinistra verso destra). Partendo dalla teoria del Big Bang, parla di un nugolo d’insoliti personaggi costretti a una strana coabitazione: non esistendo ancora la materia i personaggi sono costretti in un unico punto, il punto iniziale della grande esplosione. “Si capisce che si stava tutti lì, – fece il vecchio Qfwfq, – e dove, altrimenti? Che ci potesse essere lo spazio, nessuno ancora lo sapeva. E il tempo, idem: cosa volete che ce ne facessimo, del tempo, stando lì pigiati come acciughe?
Ho detto “pigiati come acciughe” tanto per usare una immagine letteraria: in realtà non c’era spazio nemmeno per pigiarci. Ogni punto d’ognuno di noi coincideva con ogni punto di ognuno degli altri in un punto unico che era quello in cui stavamo tutti. Insomma, non ci davamo nemmeno fastidio, se non sotto l’aspetto del carattere, perché quando non c’è spazio, aver sempre tra i piedi un antipatico come il signor Pbert Pberd è la cosa più seccante.Quanti eravamo? Eh, non ho mai potuto rendermene conto nemmeno approssimativamente. Per contarsi, ci si deve staccare almeno un pochino uno dall’altro, invece occupavamo tutti quello stesso punto. Al contrario di quel che può sembrare, non era una situazione che favorisse la socievolezza; so che per esempio in altre epoche tra vicini ci si frequenta; lì invece, per il fatto che vicini si era tutti, non ci si diceva neppure buongiorno o buonasera.”
“Ti con Zero”, pubblicato 2 anni dopo le “Cosmocomiche”, contiene una serie di racconti divisibili in tre sezioni: la prima, intitolata “Altri Qfwfq” , “abbraccia” un arco temporale di molti milioni di anni; la seconda, “Priscilla”, è definita “una lunga storia d’amore” composta di tre parti: “Mitosi“, “Meiosi” e “Morte”; la terza “Ti con zero” contiene i “quattro racconti riassuntivi” che trattano di paradossi.
Altra opera citata, tra le tante, è “Palomar” che un uomo (Palomar), pacato ma in difficoltà con il mondo circostante, che osserva nei suoi più piccoli e minuti particolari. Il nome è dichiaratamente ispirato dall’osservatorio astronomico di Monte Palomar, dove è collocato il famoso telescopio Hale, che diventa una metafora calviniana per il bisogno di conoscenza insito nell’uomo.
Al termine della lezione, durante la quale sono state prese in esame molte altre opere di Calvino con i relativi richiami ad opere di diversi autori, alunni e docenti hanno avuto modo di porre delle domande per approfondire e meglio chiarire gli argomenti trattari.
Il professor Saccone è, anche, autore di numerosi volumi e saggi dedicati alla tradizione della modernità letteraria italiana dell’Otto e del Novecento, in rapporto al più ampio orizzonte europeo.
I libri principali sono Massimo Bontempelli. Il mito del ‘900 (1979); Marinetti e il futurismo (1984; 1998); L’occhio narrante. Tre studi sul primo Palazzeschi (1987); Carlo Dossi. La scrittura del margine (1995; 1998); «La trincea avanzata» e «La città dei conquistatori». Futurismo e modernità (2000), Futurismo (2000); «Qui vive / sepolto / un poeta». Pirandello Palazzeschi Ungaretti Marinetti e altri, (2008);Ungaretti,(2012). Ha curato i libri collettivi «Tutto è degno di riso…» . Declinazioni del tragico nella letteratura italiana tra Ottocento e Novecento (2012) e (con M. Palumbo) Tempo e memoria. Studi in ricordo di Giancarlo Mazzacurati (2000). I suoi saggi sono apparsi su importanti riviste italiane, europee e nordamericane e, alcuni di essi, sono stati tradotti in lingua francese e in lingua inglese. Inoltre è co-direttore della collana «Letterature» (per la casa editrice Liguori) e membro del comitato scientifico della rivista «La modernità letteraria». Ha svolto, in qualità di visiting professor, corsi all’Università di Yale (New Haven, USA) e lezioni per l’agrégation all’Università Paris IV-Sorbonne e all’Università di Nizza Sophia Antipolis. Ha tenuto relazioni, su invito, in importanti convegni internazionali in Europa, negli Stati Uniti e in Canada. È stato membro di Commissioni per l’“Habilitation à diriger des recherches” all’Università di Paris IV – Sorbonne,. Ha coordinato progetti di ricerca finanziati dalla Regione Campania e progetti di rilevante interesse nazionale (Prin) finanziati dal MIUR. È coordinatore di scambi Erasmus-Socrates con le Università francesi di Chambéry, Paris IV – Sorbonne, Paris III – Sorbonne Nouvelle, Tours, Nizza, Nantes. Ha presieduto, negli anni 2005 e 2006, la giuria del Premio “Diffusione della cultura scientifica” organizzato dal Centro COINOR dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha ricoperto la carica di Presidente del Corso di laurea in Lettere moderne dal 2001 al 2004 e dal 2004 al 2010 quella di Presidente del Corso di laurea magistrale in Filologia Moderna. Attualmente è membro della Giunta del Dipartimento di Studi umanistici e del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca in Filologia nell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Annarita Franzese