L’eterna vicenda della depurazione nelle aree industriali irpine

L’eterna vicenda della depurazione nelle aree industriali irpine

Un incontro chiarificatore e contestualmente allarmante quello dei lavoratori dell’ASIDEP, la società braccio operativo del consorzio ASI, che si occupa della depurazione, della distribuzione idrica e dei servizi nelle aree industriali della provincia di Avellino, e i presidenti di ASI Avellino Pasquale Pisano e dell’ ASIDEP srl Vanni Chieffo. Erano presenti anche i componenti del consiglio di amministrazione di ASIDEP Laura Crisci e Giuseppe Covino. Un incontro dove i lavoratori uniti alle RSU oltre alla contestazione per il mancato pagamento delle spettanze del mese di Aprile 2022 chiedevano notizie sull’andamento del concordato del CGS srl ex datrice di lavoro (dalla quale i lavoratori devono ricevere stipendi arretrati e TFR) sono stati con passaggio di cantiere senza soluzione di continuità assunti all’Asidep, nonché chiarimenti, visto il perdurare della crisi, sul prosieguo delle attività lavorative.
I presidenti ognuno per le proprie competenze hanno disegnato un quadro molto disastroso per le
casse della società, visto che l’attività di conferimento dei percolati di discarica è praticamente ferma da tempo, dovuta ad una cattiva gestione passata e ai lavori di ammodernamento degli impianti, sulla cui bontà dei risultati ci sarebbe tanto da dire. La storia degli attuali 58 lavoratori, in passato erano quasi il doppio, viene dal lontano 1988. Assunti e formati per fornire servizi alle aziende insediate sulle aree industriali (ex art. 32) nate con il fiume di contributi stanziati in seguito al terremoto del 1980 e che nel tempo hanno visto snaturare la loro mission che era esclusivamente a servizio della manutenzione e della depurazione di queste aree. Nel 1998, per incrementare le entrate dell’azienda c’è stata una conversione delle attività con il trattamento dei percolati di discarica, attività che se inizialmente è sembrata redditizia, nel tempo si è rivelata un vero e proprio fallimento in termini economici. Nel 2012, l’ASI che è anche il socio unico della società, decise di dare un taglio alla convenzione di affido lavori al CGS, passando dai 230 mila euro mensili, frutto di un’attenta valutazione delle attività erogate, a 130 mila euro mensili, dando così l’avvio ad un trend di indebitamento della società finita in concordato giudiziario. Per questi e
altri motivi i lavoratori hanno dovuto per 11 anni aderire e subire un contratto di solidarietà con decurtazioni fino del 40% dello stipendio. Nel 2019, l’avvento dell’ASIDEP srl altra partecipata 100% ASI, con un passaggio capestro per i dipendenti che, accettarono, loro malgrado, di essere ulteriormente decurtati dei loro compensi nella speranza di un recupero e una sistemazione definitiva della vertenza. Intanto, la convenzione da parte dell’ASI, fu ulteriormente abbassata a €
72.000 che non bastano nemmeno a pagare il minimo necessario per il funzionamento degli impianti. Chi ha creato tutto questo? Sicuramente non i lavoratori! Lavori di innovazione finanziati e progettati eseguiti male. Impianti che dovevano essere riconsegnati efficienti entro il 2020 oggi ancora fermi. Vasche stracolme di fanghi, il cui smaltimento è molto oneroso, che si sono accumulati inficiando sia sulla sulla bontà del processo depurativo che sulle capacità ricettive degli impianti. Di chi sono le responsabilità?
Il nuovo consiglio di amministrazione dell’ ASIDEP nell’incontro ha annunciato che è stata costituita una task force che effettuerà sopralluoghi su tutti gli impianti per verificare le possibilità e i costi utili al riavvio delle attività di trattamento del percolato. Ma chi pagherà questi costi?
Al contempo la massa debitoria è aumentata e aumenta tanto da non garantire nemmeno il recupero delle attività a regime anche ridotto. Quindi il quadro generale è molto preoccupante tanto da dover immaginare il collasso generale nei servizi depurativi.
A oggi, nonostante le segreterie provinciali di FIOM, FISMIC e UILM abbiano chiesto un incontro
con il Prefetto dopo aver acceso la prevista procedura di preavviso di sciopero, obbligatoria per i servizi essenziali di pubblica utilità, a oggi nessuna convocazione è pervenuta. Per questi motivi i dipendenti insieme alle RSU aziendali e le Segreterie Provinciali dei metalmeccanici ritengono che, in mancanza di novità, debbano con un iniziativa forte e decisa promuovere azioni concrete di lotta per difendere ambiente, territorio e futuro lavorativo.
Il giorno 31 Maggio i dipendenti tutti si ritroveranno al Centro Servizi ASI di Pianodardine alle ore 11,00 per un sitting di protesta! Chiedono a voce alta alla stampa, ai politici, alle istituzioni di interessarsi a questo grave problema che non investe solo il loro futuro ma quello di tutto il sistema industriale irpino.

(Comunicato Stampa)