Carissimi fratelli e sorelle, nella carità che ci unisce perché figli dell’unico Padre, noi, chiamati, per grazia di Dio, ad essere Vescovi per annunciare il Vangelo del Cristo e per celebrare e vivere con tutti voi la grazia e la misericordia di Dio, vi scriviamo condividendo, oggi, grande preoccupazione per il continuo degrado della nostra terra. Questo nostro scritto è stato, purtroppo, sollecitato dai recenti, gravissimi incendi che ci sono stati in questi ultimi mesi proprio nei luoghi che erano stati adibiti alla raccolta, allo stoccaggio e, in qualche modo, già al trattamento dei rifiuti. Abbiamo appreso e seguiamo con attenzione l’attività e l’impegno che le autorità di governo, sia locale che regionale e nazionale, stanno ancora rivolgendo al problema ed alle sue cause per cercare una soluzione efficace. Come Chiesa campana, con il coinvolgimento di tante persone, in tempi ancora recenti, abbiamo richiamato l’attenzione dei cittadini e delle autorità sulla gravità dell’inquinamento ambientale della nostra terra e sulla drammaticità delle sue ricadute sulla salute e sulla vita della nostra gente. Con grande dispiacere, abbiamo dovuto sopportare che la nostra terra, da sempre identificata come l’antica, splendida “Campania felix”, sia stata, ora, indicata come “terra dei fuochi”.
Non si può negare che in questi anni ci sia stato un positivo e notevole impegno di Associazioni di cittadini, di Sacerdoti e Comunità parrocchiali, di Sindaci e Consigli comunali, di Medici e Ricercatori, di Operatori della comunicazione, delle Forze dell’ordine, di Vigili del fuoco, di tanti che in vario modo hanno testimoniato una viva sensibilità ed attenzione all’importanza della vita e del bene comune e si sono mostrati responsabili promotori di una nuova cultura di partecipazione sociale. L’entità degli incendi di rifiuti che sono stati registrati in questi ultimi tempi, con le gravi conseguenze che ne ricadono sulla salute umana, unitamente al perdurare di intollerabili situazioni di degrado ambientale ci chiamano ancora una volta ad invitare la comunità cristiana a testimoniare la verità della fede, a riconoscere che la terra e la vita sono un dono che la sapienza luminosa del Creatore ci ha offerto e ci ha affidato.
Papa Francesco ha spiegato che la fede dona sapienza nuova alla vita della società umana, e ha scritto: “La fede, nel rivelarci l’amore di Dio Creatore, ci fa rispettare maggiormente la natura, facendoci riconoscere in essa una grammatica da Lui scritta e una dimora a noi affidata perché sia coltivata e custodita; ci aiuta a trovare modelli di sviluppo che non si basino solo sull’utilità e sul profitto, ma che considerino il creato come dono di cui tutti siamo debitori…”. (Lumen fidei 55)