Nel parlare di scuola si mettono sempre in luce gli aspetti più negativi: palestre inagibili, tetti che cadono a pezzi, professori svogliati, alunni impreparati. Ma oggi non sto scrivendo per lamentarmi, ma per ringraziarla per lo spiraglio di luce che mi ha concesso, la stessa luce che ha illuminato tutti noi studenti. Seduta su quella sedia, la nostra professoressa di italiano Maria Rosaria Di Rienzo, sfogliando il registro, su quella cattedra molto rotta, con una stufetta e le arance sempre a portata di mano da consumare nell’intervallo, cercava ogni giorno di insegnarci non solo le regole grammaticali e sintattiche, ma attraverso la bellezza della poesia, la conoscenza per la vita. Così l’insegnamento si realizzava senza l’incubo del giudizio, in un’atmosfera di gioiosa partecipazione. Ricordo ancora le sue parole: “L’insegnamento così inteso, realizzato, fa dei ragazzi non degli imitatori passivi ma protagonisti dell’apprendimento, che sentono non il peso delle ore scolastiche, ma la gioia di conoscere. In tal modo la lezione di italiano non sarà soltanto esposizione dei contenuti ma anche recitazione e drammaturgia.” Elegante nell’aspetto, raffinata nella ricerca della parola, la nostra professoressa di italiano ci ha donato una grande forza per affrontare la vita, ma soprattutto la capacità di provare emozioni di fronte alla bellezza. Ricordo ancora le sue parole: “Non lasciate distruggere mai i vostri sogni, non lasciate distruggere mai le vostre passioni.” La vita non è fatta di vuoto pragmatismo, di nullità, ma deve essere ricca di valori e di presenze che danno un senso alla nostra vita. Stasera è una grande emozione rivederla, che sia l’inizio di un nuovo iter, non più scolastico, ma di percorso vitale nel sociale, con una nuova progettualità. Lei non è stata una semplice professoressa, ma una grande maestra di vita, con la sua grande passione, “la poesia”. Indimenticabile per noi tutti la visione nella chiesa di Sant’Elia, coperta da mille rose gialle.
Con affetto.
Teresa Tedesco