di Gianni Amodeo
Non conosce frontiere né angusti spazi circoscritti da gabbie impenetrabili, il polimorfo linguaggio dell’arte. E i molteplici ponti che genera, proiettandoli verso lontani e illimitati orizzonti, ne tracciano gli indefiniti e indefinibili itinerari lungo i quali l’arte si propaga e effonde con i molteplici profili dell’universalità espressiva che le è connaturata e peculiare, plasmando e modellando gli slanci della libera creatività, per incontrare e entrare in empatica sintonia con sensibilità ed emozioni le più varie e mutevoli, animandole e ravvivandole dei valori e delle idealità che sono la linfa del bello e del pensiero.
Sono i ponti che Fernando Masi ha attraversato – e attraversa con lo spigliato empito di chi si appresta a varcare la soglia degli ottanta anni – nel segno della pittura narrante, che coniuga il disincanto dell’ Espressionismo, venato di intenso Realismo, per concedersi ai furenti entusiasmi futuristici del mito della velocità, di cui ha dato una splendida rappresentazione nelle tele che raccontano il frenetico cosmo della Ferrari e dei suoi bolidi sfreccianti in tutti gli autodromi. Sono ponti che Fernando Masi ha percorso in oltre mezzo secolo di proficuo impegno artistico dispiegato nella produzione e nell’allestimento di murales, tra cui spiccano quelli di Dozza Imolese, Rittana, Pavullo, Montefalcione, in prestigiose rassegne in tutt’Italia e rinomate mostre in tante città estere, tra cui figurano quelle di New Tork, alla New York University, Barcellona, Francoforte, Mentone, Bagnol sur Cèze, Bucarest,Città del Messico, Zurigo, Delray beach e via seguendo per le vie del mondo, con significativi consensi e riconoscimenti di critica e di pubblico.
I ponti attraversati da Masi in tutti questi anni tra Europa e America si protendono ora verso l’Asia, per calarsi nei territori insulari della Repubblica di Cina, l’eterogenea ed avveniristica Taiwan, in cui le ardite architetture dei grattacieli convivono con le tradizioni, costumi religiosi e usanze di una millenaria civiltà, negli scenari di un’imponente trama di relazioni commerciali di caratura internazionale, in uno degli snodi più rilevanti della globalizzazione dei mercati mondiali.
Taichung e Toayuan sono le città, in cui saranno allestite le mostre che ospiteranno le opere di Fernando Masi. Sono quaranta tele testimonianza della produzione più recente dell’artista; opere che si potranno ammirare dal 30 aprile al 30 giugno a Taichung nelle sale del futuristico Fuyin International Creative, Food restaurant e dal 7 al 17 maggio a Toayuan. E con le opere di Masi in esposizione saranno le opere di Zong Ho, l’allieva prediletta dell’artista.
Le mostre allestite nelle due città, con popolazione complessiva di circa quattro milioni di abitanti, si fregiano dei simboli del Friends culturale, il gemellaggio che salda Avella, solatia e mediterranea, a Taiwan. Un’importante scelta e una lungimirante operazione, che si vale del patrocinio dell’amministrazione provinciale di Avellino e delle amministrazioni comunali di Avella e Sperone. I territori e le loro potenzialità si promuovono con iniziative progetti di alto profilo. E la mission affidata all’arte di Fernando Masi da autentico messaggero dei valori e dell’identità del territorio di cui Avella millenaria è simbolo, si colloca in questa prospettiva. Una mission che è accompagnata dall’elegante pubblicazione a colori del catalogo-monografia dedicato all’artista, realizzato su progetto grafico di Saverio Bellofatto ed intitolato Viaggio nella pittura\ Jourmey into the painting di\ of Fernando Masi.
Pubblicato da “La Piccola Cometa Editoria & Solidarietà”, il catalogo-monografia contiene la presentazione dell’avvocato Domenico Biancardi, presidente della Provincia di Avellino e sindaco di Avella, e i saggi di Gianni Maritati, giornalista e scrittore, vice-redattore capo del Tg-1 della Rai per i servizi culturali e spettacoli, Annibale Discepolo, redattore de Il Mattino, e di chi scrive queste righe. Sono saggi che focalizzano le connotazioni salienti dell’arte di Fernando Masi calata nella realtà contemporanea scrutata e raccontata attraverso le sue problematiche e tematiche più stringenti da quelle per la qualità dell’ambiente e la salvaguardia del Pianeta–terra a quelle delle lotte civili per la cultura della Pace, dalla tutela dei diritti al lavoro alla riscoperta e promozione delle identità e tradizioni popolari, segnatamente quelle che promanano dalle radici umane, sociali e storiche dei territori d’Irpinia e dell’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanis, la Terra dei Mai.
Il catalogo-monografia è “arricchito” dall’autobiografia dell’artista e dalla post-fazione di una nota critica di Davide Lajolo -uomo politico, giornalista e scrittore- incentrata sullo stile di Masi e scritta negli anni ’80. Raffinato e pregevole il corredo fotografico di 120 tavole, che riproducono opere che figurano in gallerie pubbliche e collezioni private: espressione dell’arte di Fernando Masi. I testi sono pubblicati in lingua inglese e taiwanese, oltre che in italiano.