Dall’abolizione delle “case chiuse”, nel lontano 1958, torna ciclicamente alla ribalta, la necessità di regolamentare la prostituzione, un fenomeno che esiste da sempre e che nessuna “crociata” è mai riuscita ad estirpare. Oggi – ha dichiarato il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia (LI.SI.PO.), Antonio de Lieto – attorno alla prostituzione, ruotano somme da capogiro, rigorosamente esentasse e questo, in un momento economicamente gravissimo, come quello attuale, è semplicemente assurdo. La prostituzione non rappresenta solo una chiara e palese evasione fiscale, ma anche un problema di sanità pubblica e di sicurezza dal momento che, troppe volte, la prostituzione, produce altri fenomeni, quali lo spaccio di droga, oltre, ovviamente, reati ad essa strettamente connessi. E’ indispensabile – ha continuato de Lieto – riconoscere a chi svolge quest’attività, i diritti di qualsiasi lavoratore. Ben venga, una legge, che regolamenti puntualmente la prostituzione e che preveda il pagamento di tasse ed il diritto all’assistenza sanitaria, a tutta quella serie di diritti e di doveri, che sono in capo ai lavoratori autonomi o dipendenti. Un riconoscimento per legge, quindi, di un’attività – ha concluso il leader del LI.SI.PO. – che ha estremo bisogno di essere regolamentata e per questo, appunto, riconosciuta attraverso specifiche norme.