di Felice Sorrentino
I bambini.
In Campania sono loro gli eroi della lotta al covid, o più semplicemente gli agnelli sacrificali da dare in pasto al virus per non pagare le colpe di una politica incapace. Arriva l’ennesima chiusura delle scuole che placa il contagio o le paure di una parte di genitori, quelli più apprensivi. Tanti, tantissimi invece ripudiano la DAD. Un ripiego già ampiamente bocciato per gli scarsi risultati e per la difficile attuazione in troppi casi.
Ma la colpa non è dei 1500 presidi che hanno chiesto al governo il rinvio delle lezioni per due settimane, bensì delle scelte e della disorganizzazione di chi dovrebbe governare con logica e non lo fa.
Il governo convocherà un consiglio dei Ministri e impugnerà le ordinanze di chiusura. In questo tira e molla, dati i tempi tecnici di cui avrà bisogno il governo per annullare tali ordinanze, si prevede una riapertura intorno al 20 invece che il 29 come “ordinato” da De Luca.
Sarà un pareggio e quindi non vincerà nessuno.
In dieci giorni non ci sarà nessuna accelerata delle vaccinazioni per la popolazione scolastica (ammesso che fosse quello il problema) e neanche un grande calo dei contagi.
Le Asl sono in affanno, in carenza di personale e disorganizzate. Combattono una violenta ondata a mani nude e con gli occhi bendati e invece di occuparsi di un potenziamento (almeno provvisorio) di strumenti e personale, si va avanti senza aggiungere nulla di rilevante alla lotta al virus.
Latitano le convocazioni per i tamponi e, quando finalmente arrivano, possono passare anche sette giorni per averne risposta.
Caos nei mezzi pubblici “mai” potenziati.
Caos negli ospedali con personale costretto a fare turni impossibili per garantire un minimo di servizio ai pazienti ordinari mentre si destreggiano tra orde di positivi auto curatisi seguendo linee guida fumose e non efficaci.
Caos nella reperibilità di farmaci come cortisone e antibiotici spesso prescritti alla cieca con la legge del “Va bene per uno va bene per tutti!”
Locali zeppi dentro e fuori nella totale assenza di controlli che facciano rispettare le normative di divieto di consumo all’aperto, sempre a causa della carenza di personale (questa volta tra le polizie locali) con migliaia di militari a braccia conserte nelle caserme di tutta Italia.
Speculazione mostruosa sui tamponi fai da te o famiglie in ginocchio per potersi pagare molecolari privati per non aspettare i tempi biblici delle ASL.
Centri vaccinali con code chilometriche a favorire gli assembramenti e i contagi.
Insomma, caos e disordine in ogni ambito e mai che il governo se ne occupasse veramente e anzi, fa addirittura la guerra allo smart-working nel nome di Brunetta.
In questo scenario, la scuola può essere davvero un posto dove ci si può contagiare (vaccinati e non). Non l’unico posto ma uno dei tanti.
E a questo punto mi chiedo:
“Cos’è più importante? Un drink, il caffè, una cena, una serata al cinema, la palestra o l’istruzione di quelli che saranno il nostro futuro?
A questi ragazzi lasceremo un mondo fatto di debiti, smog, disastri ambientali e carenza di lavoro. In virtù di questo potremmo fare tutti un sacrificio almeno per mandarli a scuola no?
Il governo rispolverasse qualche ristoro (vero) e chiudesse il chiudibile ma mai la scuola. Invece non chiude niente, non controlla niente e non gestisce e programma niente. Come se la pandemia non esistesse. Invece nelle case c’è e come. Nei palazzi invece no. Lí non ci arriverà mai…
Ma i bambini salveranno il mondo.