L’evento, promosso dal Ministero dell’Istruzione, si svolgerà dal 10 al 12 maggio prossimi presso l’Auditorium dell’Istituto in Via Tuoro Cappuccini, ed è riservato ai vini prodotti dagli Istituti Agrari italiani.
L’organizzazione della 16esima edizione del Concorso è affidata all’Istituto “De Sanctis-D’Agostino” in quanto ha ottenuto, con il Fiano di Avellino Docg 2015, la palma di miglior vino dell’anno nell’edizione dello scorso anno che si è svolta presso l’Istituto Agrario “Ciuffelli” di Todi.
Il vino prodotto dal “De Sanctis-D’Agostino” ha avuto la meglio sulle 70 etichette che hanno incrociato i calici in rappresentanza delle produzioni enologiche delle 40 scuole, provenienti da tutta Italia, partecipanti al Concorso “Bacco e Minerva”.
«Il Concorso “Bacco e Minerva” ha il fine di promuovere e valorizzare, attivamente, la conoscenza e l’educazione ai vini e ai prodotti tipici italiani grazie ad un incontro nazionale tra gli Istituti Tecnici e Professionali per l’Agricoltura. Una tre giorni che vuole essere un’occasione per parlare del vino da diversi punti di vista e per focalizzare i rapporti fra scuole, aziende, associazioni ed istituzioni pubbliche». Spiega Pietro Caterini, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico “De Sanctis-D’Agostino”.
«L’obiettivo del Concorso “Bacco e Minerva” è di promuovere la ricchezza del territorio vitivinicolo e l’immagine positiva della verde Irpinia, della Campania e di tutto il territorio nazionale. La kermesse vedrà la partecipazione dei rappresentanti istituzionali degli Istituti Agrari del territorio nazionale, con i loro vini, e si concluderà con la premiazione dei migliori vini prodotti in Italia, selezionati da una specifica commissione tecnica».
Il programma prevede per giovedì 11 maggio, alle ore 9, il convegno sul tema “La ricerca e la formazione nel settore vitivinicolo” e “La creazione di valore nella filiera dei vini di pregio”: illustri relatori, rappresentanti del MIUR e del settore vitivinicolo, si confronteranno con i rappresentanti delle cantine del territorio regionale e con gli studenti sulla promozione, sullo sviluppo e sulla valorizzazione dei vini e dei territori.
«Il premio – sottolinea Pietro Caterini – assume per noi tutti un valore ancor più significativo perché dedicato alla figura di Antonio Mastroberardino, l’archeologo della vite e del vino, come riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori, in Italia e all’estero, per decenni grande innovatore e al tempo stesso instancabile custode del patrimonio di conoscenza e di arte della nostra viticoltura di antiche e nobili origini. Classe 1928, laureato in Chimica presso l’Università di Napoli nel 1954, si è specializzato in enologia a Bordeaux, insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente Scalfaro nel 1994, strenuo, e per tanti anni, unico difensore dell’Aglianico, del Greco, del Fiano e della Falanghina, vitigni la cui storia si lega al territorio campano lungo il corso dei millenni, contro ogni moda passeggera e contro ogni omologazione del gusto. Il suo impegno, cui ha dedicato l’intera vita, è oggi premiato dal riconoscimento dei vini autoctoni campani e dell’economia vitivinicola della regione, come eccellenza enologica sia in Italia, sia all’estero».