“In Campania il territorio collinare e montano rappresenta i tre quarti dell’intero territorio regionale ed enti come le Comunità Montane hanno assicurato, con grandi sacrifici da parte degli operatori idraulico-forestali, la tutela della montagna e dell’ambiente montano non solo per quanto attiene la lotta agli incendi ma anche e soprattutto la salvaguardia da rischi di dissesto idrogeologico. Con la proposta di legge relativa al riordino delle Comunità Montane in Unione dei Comuni Montani, che va nel senso del decentramento tanto auspicato, gli enti locali diventano protagonisti dello sviluppo del proprio territorio. Ad essi infatti sono riconosciute le funzioni associate di cui all’art 21, comma 3 della L 43/2000 e tra queste, in particolare, quelle pertinenti alla viabilità e i trasporti e alla gestione del territorio, dell’ambiente, del settore sociale e della polizia locale”. Con questa premessa l’On. Pietro Foglia (NCD), presidente dell’VIII Commissione del Consiglio Regionale della Campania, nel corso del confronto sul futuro delle Comunità Montane organizzato a San Pietro al Tanagro (Sa), ricorda l’importanza del Testo Unico riguardante la “Riforma delle Comunità Montane in Unioni Montane dei Comuni licenziato all’unanimità dalle commissioni Agricoltura e Bilancio e già incardinato nei lavori del Consiglio che ha iniziato l’esame. “Appare quanto mai insolito, – spiega l’On. Foglia (NCD)- diversamente dalle rassicurazioni raccolte, l’art.37 del collegato alla legge di stabilità proposta dalla giunta. Registro, purtroppo, il persistente mancato riscontro dell’Assessore Nugnes su preannunciati emendamenti, limitatamente alla gestione del patrimonio agro-forestale di cui all’art 12 del TU. Forse occorre ricordare che tale Testo è il frutto di un intenso lavoro di confronto e di concerto con le OO.SS, l’UNCEM e il sistema delle autonomie locali. Riaffermo la competenza del Consiglio sulla materia, soprattutto alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n.220 del 2013. Ove non pervengano diverse iniziative della giunta, a fronte dell’art 37 del collegato, è un punto fermo il prosieguo dell’esame dell’Aula del testo di riordino delle Comunità Montane in Unione di Comuni Montani. Faremo finalmente chiarezza anche su chi, in questi giorni, dopo lunghi e assordanti silenzi, assurge a difensore delle Comunità Montane; a chi è interessato realmente alla risoluzione della problematica, in un’ottica coerente con i mutamenti ordinamentali del sistema delle autonomie locali ed in particolare delle Unioni dei Comuni e chi invece ritiene che la semplice cancellazione di un ente persegua criteri di ottimizzazione della spesa pubblica, tipico ragionamento di chi occupa funzioni di governo senza aver affrontato il consenso degli elettori”.