Lotta contro il tempo per difendere gli ulivi salentini dalla Xylella fastidiosa, il batterio killer che ne provoca il disseccamento e la morte e che ha contaminato, sinora, almeno 90.000 ettari di superficie. Al massimo entro fine aprile dovrà termine l’ estirpazione degli ulivi infetti individuati nella fascia compresa tra il leccese e Oria, nel brindisino, larga 15 kilometri ed utile per creare un’area cuscinetto tra quella già contagiata ed il resto della Puglia. Il tempo di notificare le ordinanze ai proprietari degli ulivi e «nei prossimi giorni – dice il commissario governativo, Giuseppe Silletti – dovranno partire le estirpazioni a cominciare da Oria per poi scendere negli altri agri interessati e così distruggere le piante attaccate». Ma ancora prima, cioè immediatamente, gli olivicoltori dovranno effettuare l’aratura dei loro terreni per distruggere le uova di sputacchina, il vettore del batterio. «Più arature oggi – dice Silletti – e meno pesticidi saremo costretti ad impiegare domani». Uno slogan che richiama l’urgenza di quelle buone pratiche agronomiche e colturali come la trinciatura delle erbe spontanee infestanti che possono ospitare la sputacchina, e la potatura, pratiche per troppi anni dimenticate dagli olivicoltori salentini, complice anche l’aiuto disaccoppiato previsto nella Pac dell’olio. Il clima è pesante. Oltre al blocco delle attività dei vivai, vi sono altre misure come quella di evitare lo scambio di ramoscelli d’ulivo, durante la Domenica delle Palme, per evitare che la sputacchina “viaggi” per ogni dove, proprio perché non c’è cordone fitosanitario che tenga se a trasportarlo è anche l’uomo. Ed infatti esplodono sempre nuovi focolai con il risultato che il piano di azione messo a punto dal commissario Silletti e finanziato, sinora, con 16,3 milioni di euro, viene continuamente aggiornato. Fenomeni di disseccamento, infatti, vengono segnalati anche nell’area di Porto Cesareo. Nel piano – approvato dal comitato tecnico di monitoraggio e dal dipartimento della Protezione Civile – è decisivo il ruolo degli enti locali. Entro il 31 marzo dovranno infatti provvedere alle operazioni di estirpazione delle piante ospiti di xylella lungo strade, fossi, canali e aree verdi. Quello dei sindaci non è un ruolo qualsiasi. «Il commissario Silletti ci utilizzi – spiega Francesco Ferraro, giovane sindaco di Acquarica del Capo –. Stiamo sul territorio come sentinelle che possono sorvegliare il batterio. Possiamo essere parte integrante della struttura commissariale e se si deroga al Patto di stabilità utilizzare le risorse per gli interventi urgenti».
Dopo essere stata sottovalutata per almeno 2 anni, l’epidemia che ha colpito un milione di ulivi, su 11 in totale, potrebbe dunque allargarsi ad altre aree della Puglia e della penisola. Per questo Coldiretti ha chiesto lo stato di calamità per il Salento e impegni dell’Europa di rafforzamento dei controlli alle frontiere e di embargo verso le aree da cui proviene il batterio, come ad esempio il Sud America e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da paesi extra Ue, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Intanto sul piano produttivo la provincia paga il suo prezzo con il tracollo della quantità di olio dell’80 per cento.