L’attualità del pensiero giuridico di Giovanni Leone è stata ricordata a Napoli, nella “sua” università, la Federico II, che gli ha voluto intitolare una delle aule del dipartimento di Giurisprudenza. Alla cerimonia, tenutasi presso l’aula Enrico Pessina dell’ateneo, hanno partecipato con due dei tre figli dell’ex presidente, Giancarlo e Paolo, gli esponenti del mondo istituzionale, politico, accademico e forense. Hanno manifestato, tra gli altri, la loro adesione, il presidente della Repubblica, Mattarella e l’ex presidente Napolitano. Dopo gli interventi di saluto di Gaetano Manfredi, rettore dell’università Federico II., Lucio De Giovanni, direttore del dipartimento di Giurisprudenza e Carlo Fiore, professore emerito di diritto penale della Federico II, il lungo e fecondo magistero di Giovanni Leone nel diritto penale, processuale e sostanziale e l’impegno politico ai vari livelli istituzionali fino all’elezione al Quirinale, sono stati rispettivamente ricordati da Franco Coppi, professore emerito di diritto penale all’università di Roma La Sapienza e da Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anticorruzione. La prestigiosa carriera accademica di Giovanni Leone lo vide professore di ruolo in diritto e procedura penale nelle università di Messina, Bari, Napoli e Roma, autore di oltre cento volumi e monografie e di opere fondamentali tra cui il Trattato di diritto processuale penale, tradotto anche all’estero. I diritti individuali e collettivi – come è stato ricordato nel corso dell’incontro – furono sempre al centro degli studi giuridici di Leone con particolare attenzione ai mutamenti della vita sociale ed ai fenomeni emergenti sempre legati alle garanzie democratiche e costituzionali. Nel ricordare poi la vicenda che vide Leone costretto a dimettersi, nel giugno del 1978, da Presidente della Repubblica, a causa di ripetuti e violenti attacchi da parte della stampa, rivelatisi poi tutti infondati, sia Coppi che Cantone hanno osservato che la verità dei fatti restituirono a Leone dignità e onore confermando che l’ex presidente aveva sempre agito con correttezza e servito lo Stato con onestà e rigore intellettuale.
G. D.G.