La senatrice: “Si fa ricadere la colpa sul personale, ma le funzioni igienico-organizzative competono al direttore di presidio”
“Pazienti intubati sommersi da formiche e come potenziali responsabili vengono individuati medici e infermieri. Un reparto chiuso per il festino del primario e ad oggi l’unico colpevole è il solo festeggiato. Degenti adagiati sul pavimento in corsia per essere visitati, carenze strutturali ataviche e ovunque, qualità dell’assistenza al di sotto dei limiti della decenza, infiltrazioni e muffa nei reparti, incuria e abbandono nella gran parte dei presidi della Campania, eppure gli unici intoccabili sono proprio i veri responsabili di tutto questo, i manager del governatore De Luca. A chi toccava garantire la corretta assistenza e l’igiene nei reparti del San Giovanni Bosco? In capo a chi è posta la responsabilità della salvaguardia dei pazienti? Non certo ai medici, agli infermieri e al personale socio sanitario colpiti da provvedimento di sospensione, in quanto le funzioni igienico-organizzative competono unicamente al direttore di presidio. Il paradosso è che oggi ad annunciare massimo rigore e sanzioni severe per il caso vergognoso del San Giovanni Bosco è il dg dell’Asl Napoli 1 Mario Forlenza, il primo a dover essere sollevato dal suo incarico”. Così la senatrice del Movimento 5 Stelle e capogruppo in Commissione Igiene e Sanità Maria Domenica Castellone.
“Con il nuovo corso inaugurato con il nostro Governo – prosegue Castellone – toglieremo le mani della politica anche dalla sanità campana. Così come è stata reintrodotta l’incompatibilità tra i ruoli di presidente di regione e commissario per la sanità, presto sarà calendarizzata la nostra proposta che rivoluziona la nomina dei manager, eliminando il carattere fiduciario, che la rende appannaggio della politica, e introducendo competenza e meritocrazia quali unici criteri di valutazione. Sarà la fine dell’era di manager strapagati sui quali non ricadono mai le conseguenze di cattive gestioni, ricoperti di stipendi d’oro e benefit a pioggia a cui fa da contraltare una sanità da Terzo Mondo”.