I consiglieri regionali Ciarambino e Cammarano: “Regione invii richiesta con nuovi elementi di valutazione su presidi di Polla e Sapri”
“Le dichiarazioni di De Luca sulla chiusura di punti nascita di Polla e Sapri cozzano contro l’inefficacia di azioni messe in atto dalla Regione Campania, che da un lato non hanno dato forza né elementi oggettivi per avvalorare la richiesta di deroga, dall’altro non sono state tese a potenziare presidi ospedalieri nevralgici che lo stesso governatore reputa paradossalmente insicuri. Gli ospedali Luigi Curto e Immacolata, storici punti di riferimento per le aree del Cilento e del Vallo di Lauro, pagano politiche di depauperamento di servizi essenziali in queste aree interne che hanno portato a un progressivo spopolamento. Un fenomeno che, oltre alla sanità, si riverbera su settori come il turismo, i trasporti, l’agricoltura e l’istruzione, con la conseguente chiusura di istituti scolastici modello e costruiti con i più avveniristici standard di edilizia. Se il numero dei parti rischia di calare al di sotto della soglia dei 500 prevista per legge, è l’effetto di politiche regionali di totale disinteresse verso queste aree, oltre che di mancata incentivazione a partorire in ospedali pubblici, stimolando il potenziamento di cliniche private e incoraggiando a rivolgersi verso questa tipologia di strutture”. Così i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino e Michele Cammarano.
“La richiesta di deroga della Regione della chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri – sottolineano i consiglieri regionali M5S – è stata redatta in modo striminzito e inefficace e non è stata ancora corroborata, come diversamente dichiarato da De Luca, da alcuna nuova richiesta di rivalutazione. Atti che andrebbero formulati sulla base di un protocollo che attesti la totale idoneità di strutture, attrezzature e professionalità all’interno dei presidi. Se questi requisiti mancano, la responsabilità non è di chi certifica il problema, ma di chi organizza il servizio sanitario, ovvero la Regione. Ad oggi non è stato prodotto alcun documento nel quale si sottolineino elementi per indurre il ministero a una nuova valutazione. Elementi come i tempi di percorrenza superiori ai 60 minuti previsti per legge, corroborati da relazioni che potrebbero essere fornite, ad esempio, dal Corpo dei vigili del fuoco. Alla luce della incessante pratica di taglio del nastro a opera del governatore a ogni imbiancata di un reparto ospedaliero, De Luca faccia mea culpa sulle chiusure dei presidi e dei motivi che le hanno determinate, riconducibili in una totale assenza di politiche regionali tese al rilancio delle nostre aree interne oramai a rischio estinzione”.