Il consigliere regionale: “Metà assise in fuga verso Roma. Sarà la carica dei poltronisti seriali”
“Sono trascorsi poco più di due anni da quando gli allora papabili consiglieri regionali della Campania scendevano nelle piazze a elencare, con impeto ed energia, quali e quante battaglie avrebbero condotto nell’aula del Consiglio regionale della Campania. Gente che ad oggi, tra i membri di una presunta maggioranza e di un fantomatica forza di opposizione, non viene ricordata per aver tenuto fede al loro programma, ma che ora profonde il proprio impegno in una sistematica fuga verso lidi romani, senza aver neppure raggiunto il giro di boa della loro consiliatura. Sarebbero almeno una ventina gli attuali consiglieri regionali che, tradendo la fiducia che i rispettivi elettori hanno riposto in loro, oggi sono concentrati ad assicurarsi un posto al sole alla Camera o al Senato. Con quale faccia, viene da chiedersi, questi personaggi si ripresenteranno al cospetto degli stessi elettori che riponevano il loro la fiducia per il raggiungimento di un programma regionale?”. E’ l’accusa lanciata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Tommaso Malerba.
“La linea di demarcazione che divide i poltronisti seriali e dai nostri portavoce– sottolinea Malerba – è rappresentata dal veto sulla candidatura degli eletti che vige nel Movimento 5 Stelle, al fine di tener fede al mandato per cui si è eletti. Ed è molto più che una regola. E’ un principio dettato dalla logica e dal rapporto di fiducia con gli elettori e con i cittadini tutti e che dovrebbe essere sposato da qualunque altro partito. Un principio che dovrebbe far riflettere i vari Topo, Marciano, D’Amelio, Bosco, Graziano, Grimaldi, Casillo, Zinzi, Oliviero, Raia, Gambino, Beneduce, Cesaro e il verde sbiadito Borrelli, tra gli altri. Tutti oggi distratti sui temi di un presunto programma elettorale quinquennale, che andavano illustrando nei giorni in cui rincorrevano uno scranno al Consiglio regionale, ora intenti a scaldare i motori per un posto all’ombra del Colosseo. E’ chiara, dunque, la strategia. Il Consiglio regionale è per queste persone un ufficio di collocamento per un seggio in Parlamento. Con buona pace per gli elettori tutti”.