Mandamento Baianese: due gravi incidenti in meno di 24 ore e una tragedia recente. Cosa sta accadendo?

Mandamento Baianese: due gravi incidenti in meno di 24 ore e una tragedia recente. Cosa sta accadendo?

BAIANESE – Due gravi incidenti in meno di 24 ore. Il Mandamento è scosso, preoccupato, e si interroga. Prima Avella, dove ieri, nella frazione Purgatorio, un giovane è stato investito da un’auto. Poi oggi, a Mugnano del Cardinale, nel giorno di Pasqua, il violento impatto tra una moto e un’auto sulla Statale 7 Bis, con il centauro sbalzato in aria e finito su una vettura parcheggiata. Due episodi che riportano con forza l’attenzione sulla sicurezza stradale nella zona. A rendere il bilancio ancora più drammatico è il ricordo fresco di un altro grave episodio: qualche settimana fa, a Baiano, un’automobilista 60enne ha perso la vita in un incidente stradale. Una tragedia che aveva già scosso profondamente la comunità locale.

Il ripetersi di incidenti in un arco temporale così breve non può essere un caso. Piuttosto, è sintomo di criticità strutturali e comportamentali. Aumenta il traffico, soprattutto nei giorni festivi, si alza la velocità media, e la soglia dell’attenzione si abbassa.

Molte delle strade del Mandamento — da Avella a Baiano, da Sperone a Mugnano — sono spesso teatro di manovre azzardate, sorpassi pericolosi e guida distratta, anche a causa dell’uso improprio del cellulare alla guida. A tutto ciò si aggiunge una segnaletica spesso poco visibile o carente, scarsa illuminazione in alcuni tratti, e assenza di controlli fissi.

È urgente una risposta collettiva: dalle istituzioni, che devono intervenire con maggiore controllo e manutenzione del territorio, alla cittadinanza, che deve adottare una guida più consapevole e rispettosa.

Non si può continuare a parlare di “fatalità” ogni volta. Ogni incidente, ogni giovane ferito o vita spezzata, ha radici concrete e prevenibili. Il Mandamento Baianese ha bisogno di sicurezza, di educazione stradale e di infrastrutture adeguate.

Mentre si attende l’evolversi delle condizioni delle persone coinvolte, la comunità si stringe intorno alle famiglie, ma allo stesso tempo alza la voce: “Basta sangue sulle strade”.

È tempo di passare dalle parole ai fatti. Perché la prossima volta, potremmo essere noi.