Un testo che fa riflettere e commuovere, che sembra scritto direttamente dal padre di Marta Danisi, la giovane infermiera tra le vittime del crollo di Ponte Morandi a Genova. In molti hanno condiviso la lettera, verosimilmente scritta proprio dal papà di Marta, che saluta e ricorda la figlia, non senza una sfilza di polemiche. Peccato, però, che si tratti di un falso: il padre della 29enne siciliana, infatti, è mortodiverso tempo fa, per una grave malattia, all’età di 41 anni.
A che pro, quindi, scrivere e diffondere sul web un simile oltraggio alla memoria di padre e figlia? Basta leggere un passo della conclusione della lettera per accorgersi che ci sono precise finalità politiche, che sfruttano l’onda emotiva della tragedia per fare della propagandasenza un briciolo di coscienza: «E mentre c’è chi dal posto caldo dietro la propria scrivania discute sui vaccini, gli immigrati, le famiglie arcobaleno, mentre l’Italia crolla a pezzi, io piango chiedendo a Dio la forza per svegliarmi domani e vivere con la tua stessa volontà. Riposa in pace figlia mia».
A smentire l’autenticità della lettera è stata la stessa famiglia di Marta Danisi, che ha rivelato come il padre fosse morto da diversi anni. Ancora una volta, quindi, ci troviamo di fronte ad un aspirante Joseph Goebbels 2.0, che sfrutta il dolore, la rabbia e l’indignazione degli utenti. Questa volta, però, per adescare i gonzi è stata calpestata la memoria di un uomo morto per un male incurabile e di una ragazza vittima del suo stesso paese.