Anche quest’anno il laboratorio cantonale del cantone Ticino, ha monitorato i contaminanti ambientali presenti nei pesci del Lago Maggiore. Per quanto riguarda i metalli pesanti, l’arsenico e il mercurio sono presenti in quantitativi significanti ma non pericolosi per la salute del consumatore nei pesci analizzati, confermando uno stato ecologico piuttosto critico delle acque del lago. Un altro dato interessante è quello che riguarda il DDT presente negli animali: i limiti sono rientrati nella soglia di tolleranza dopo la scoperta fatta negli scorsi anni di questo inquinante nell’ecosistema lacustre. Per le analisi sono stati catturati, durante il periodo primaverile del 2016, 10 agoni, e i risultati sono riferiti alla parte edibile ottenuta dopo la filettatura. E’davvero triste, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che tutto ciò stia succedendo in un luogo un tempo noto esclusivamente per la qualità delle sue acque e per la presenza di una grande varietà di flora che attira ogni anno migliaia di turisti e visitatori provenienti da ogni parte del mondo, perché da queste parti è possibile ammirare scorci unici e tipici di un paesaggio davvero molto vario. Ma non è tutto, perché oltre alla flora, va menzionata sicuramente anche la ricca e particolare fauna del lago, che da sempre appassiona grandi e piccoli. Nel lago si trovano, infatti, tante specie ittiche diverse e rare, fondamentali per la pesca e di conseguenza anche per l’economia e il turismo locali, perché molto richieste dai cittadini del luogo e anche dai visitatori. E’ forse questo il pesantissimo prezzo da pagare in cambio di uno sviluppo economico.