Siccità e ondate di calore in estate, aumento delle piogge invernali in inverno: così cambierà il clima in Campania entro fine secolo. Più a rischio frane saranno le aree del Vesuvio e Campi Flegrei, a causa delle piogge invernali più frequenti del 20% rispetto a oggi. E’ quanto mostra una simulazione sui cambiamenti climatici in Campania realizzata dal Centro Italiano Ricerche Aerospaziali (Cira) e dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) in collaborazione con l’Autorità di bacino regionale della Campania Centrale. La simulazione è stata presentata a Benevento, all’università del Sannio, nell’ambito dei seminari dedicati alla divulgazione scientifica, da una delle autrici, Paola Mercogliano, meteorologa del Cira e ricercatrice del Cmcc. I ricercatori si sono basati sui dati relativi agli scenari di cambiamento climatico del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc), e hanno analizzato due periodi, compresi tra il 2021-2050 e 2071-2100.
Secondo la ricerca se l’immissione in atmosfera di gas serra, come l’anidride carbonica, continuera’ ai ritmi attuali, nel trentennio 2021-2050, in Campania, ci potrebbe essere un aumento delle temperature medie fino a 2 gradi ed entro fine secolo di circa 3 gradi. Considerando uno scenario con un incremento delle immissioni di gas serra maggiore rispetto all’attuale, secondo la ricerca il clima della Campania sarà destinato ad avere stagioni sempre più “estreme”: con estati molto calde e povere di precipitazioni (con conseguente maggiore probabilità di siccità e ondate di calore) e inverni caratterizzati da piogge abbondanti. In estate le precipitazioni si ridurranno fino al 30% nel periodo 2021-2050, e fino al 70%, entro fine secolo. In inverno, invece, in generale, le precipitazioni aumenteranno fino a 20%. L’aumento delle precipitazioni invernali, potrebbe far peggiorare il dissesto idrogeologico aumentando la probabilità di frane soprattutto nelle aree del Vesuvio e Campi Flegrei. L’obiettivo della simulazione, spiega Mercogliano, è fornire agli amministratori un quadro degli scenari futuri sia per fare prevenzione sia per mettere a punto sistemi di allerta rapida. Ma oltre a questo, aggiunge, è importante ”incrementare il monitoraggio e in particolare quello delle aree più a rischio, come Sarno ma anche Salerno e la Costiera”.