Le insidie della vita possono influire negativamente sulla nostra salute. Secondo alcuni studi lo stress, psicologico e sociale, può facilitare il processo infiammatorio cronico e determinare l’insorgenza dei tumori, nonché la loro progressione.
Ne è un esempio importante la storia di Enzo Tortora che, a seguito di una lunga ed ingiusta vicenda giudiziaria, muore stroncato da un cancro. Tuttavia, se la mente è in grado di farci ammalare, probabilmente, può anche farci guarire. Il potenziale per sviluppare queste doti potrebbe già essere insito in ognuno di noi. Tuttavia, I meccanismi per azionarle restano pressoché sconosciuti.
Il metodo Mente-Corpo (MBT-T), una volta appreso, mira a far emergere la resilienza necessaria per superare le difficoltà, anche quelle inerenti una malattia. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli “Pascale”, in collaborazione con l’Università di Salerno, ha dato inizio ad un’innovativa ricerca sperimentale che interesserà le donne affette da tumore al seno non metastatiche.
La singolare ricerca, che mette insieme gli studi fatti in ambito biologico e genomico con studi di tipo psicologico, prevede la possibilità di trattare queste pazienti non solo attraverso espedienti strettamente anatomici ma anche attraverso la mente, andando ad intervenire direttamente su quei geni che attivano la risposta infiammatoria e quindi sulla progressione della malattia. L’equipe interdisciplinare, composta da Michelino De Laurentiis, Direttore dell’Unità di Oncologia Senologica del Pascale, Francesco De Falco, Responsabile dell’Unità Psico-Oncologica del Pascale e Mauro Cozzolino, psicoterapeuta di fama mondiale, monitorerà l’impatto psicologico, clinico e genomico che la terapia mente-corpo (MBT-T), ha su queste pazienti.
L’intera ricerca avrà una durata semestrale e prevede un incontro di gruppo ogni 15 giorni per 4 mesi e poi un follow up a distanza di 2 mesi. La speranza è che, negli anni a venire, questo tipo di terapia possa contribuire attivamente alla lotta ai tumori.
Carmen Renata Acierno