In merito alle dichiarazioni rilasciate dal Prefetto di Avellino, Carlo Sessa, alle testate giornalistiche irpine, mai smentite dall’amministrazione comunale, secondo cui a breve verrà aperto un centro di accoglienza per immigrati nel Convento delle Suore Stimmatine in via Tedesco interviene il deputato del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia: “È inconcepibile che in una zona della città abbandonata dalle amministrazioni che si sono avvicendate dal sisma dell’80 venga prospettata l’ipotesi di ospitare circa 100 richiedenti asilo con tutte le problematiche di ordine pubblico e di carattere sociale che ne potrebbero derivare”. “A quanto pare – commenta il parlamentare – attraverso un’associazione temporanea alcuni imprenditori hanno presentato un progetto di accoglienza in una struttura che, a detta dell’Asl, potrebbe ospitare anche 150 unità. Possibile che l’amministrazione comunale lasci ancora nelle mani del privati la gestione dell’accoglienza dei migranti?”.
“Si tratta ancora il fenomeno come fosse emergenza – continua Sibilia – quando ormai sappiamo che il governo italiano ha deciso di rendere strutturale la tratta degli schiavi 2.0. Questo è il momento delle soluzioni a basso impatto per le comunità locali che puntualmente vengono ignorate. La sensazione è che la situazione dell’immigrazione sia fuori controllo e farne le spese siano solo i cittadini italiani. 3,1 i miliardi spesi nel business dell’accoglienza. Solo soldi pubblici. Non si può abdicare al proprio ruolo istituzionale lasciando ai privati una legittima, quanto inadeguata, gestione del fenomeno”. “Rispetto al caso specifico si stanno esasperando delle già acute tensioni sociali – incalza il parlamentare 5 Stelle – perché 100 immigrati tutti collocati in via Tedesco, che attende ancora una riqualificazione e rivitalizzazione, potrebbero rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso. I cittadini irpini sono tolleranti e soprattutto pacifici quando esprimono un dissenso. Non ascoltare le loro posizioni sarebbe grave. Una soluzione tampone potrebbe essere quella della microaccoglienza diffusa. Ormai conosciamo il fenomeno, non commettiamo altri errori”. “Non è per nulla concepibile – conclude Sibilia – che in tutta questa vicenda il Comune di Avellino non abbia nessun ruolo attivo. Un disinteresse totale dell’amministrazione che fa male alla città”.