Successo straordinario per la tre giorni Tarantella For Africa dedicata alle tradizioni, alla musica e all’integrazione, che dal 6 all’8 agosto ha trasformato il borgo irpino di Montemarano in ombelico del mondo della musica tradizionale. Un corollario di etnie, musiche, colori, idiomi, sensazioni, che come in un vortice, si sono accavallate le une sulle altre, per poi ridistribuirsi fra la folla urlante, che acclamava alzando le braccia al cielo o sciogliendosi in danze forsennate.
Spettacolo doveva essere, e spettacolo è stato. Migliaia le presenze registrate ma, quello che forse ha stupito maggiormente, è stata la capacità di culture provenienti da continenti così diversi fondersi in un connubio perfetto di eleganza e passione. Tutti i musicisti sono stati splendidi e una menzione speciale va lui, Antonio Infantino, lo sciamano della musica popolare. Che Infantino fosse un artista straordinario non lo scopriamo certo a Montemarano: dopo aver calcato i palcoscenici di mezzo mondo, il maestro dimostra nuovamente ciò che lo ha reso sensazionale. Fin dalle sue prime note, ci sono tremati i polsi. Un continente di energie, musiche, colori, passioni, paure, stipate in pochi metri di spazio, eseguite da musicisti provenienti dell’Africa Nera, magistralmente guidato dall’ sciamano che, col piglio deciso del conquistatore di platee, faceva rivivere il miracolo che qui avrebbe compiuto San Francesco secoli orsono, resuscitando persino i morti. Hanno ballato tutti.
Ma Tarantella non è solo musica. E’ stata accoglienza e valorizzazione della tradizione, a partire dai nostri cibi tradizionali. Profumi e sapori davvero unici inebriavano quanti continuavano ad accorrere, qui a Montemarano, per il miracolo della tradizione irpina. Squisita la maccheronata, al ragù o con le verdure, robusto e unico il vino rosso che qui è più di una religione. Gli anziani amano ripetere che nelle vene dei montemaranesi veraci scorre in egual misura una miscela di vino e tarantella. La lavorazione dell’uva, l’attesa della maturazione del frutto, il rito della vendemmia, rappresentano i piccoli segreti di un testamento di tradizioni e abitudini che affonda le sue radici all’inizio dei tempi. Come all’inizio dei tempi risale la Tarantella, colonna sonora di generazioni di Montemaranesi, invito a tornare a casa per quanti sono dispersi nel mondo, grido di unione per quanti intorno alla tradizione cercano di immaginare il proprio futuro. E così la chiusura non può che toccare a lui, il presidente della Scuola di Tarantella Montemaranese, Roberto d’Agnese, che esclama fiero: «Complimenti a tutti. Chiunque è stato impegnato nell’organizzazione di Tarantella For Africa ha dimostrato professionalità e abilità straordinarie. Ha dato prova di un grande cuore. Ora l’appuntamento è all’anno prossimo, con nuove sorprese e ancora più passione. Perché la tradizione non si ferma mai. Sempre qui in Irpinia, sempre qui a Montemarano».