Nulla si muove sul fronte villa comunale, oltre un anno dopo l’irregolare abbattimento di tre lecci, che aveva portato la Procura della Repubblica a disporre il sequestro dei 24 alberi su cui si era concentrata la perizia commissionata nel 2014 dalla ditta incaricata della manutenzione del verde comunale. Una vicenda intricata e ancora con molte zone d’ombra da chiarire, che ha finora provocato seri problemi alla cittadinanza a cui, da oltre un anno e mezzo, un’ordinanza del sindaco Biancardi nega l’accesso ad un giardino storico di grande valore, riconosciuto dalla Soprintendenza come “bene culturale”. Un’ordinanza di chiusura che abbiamo sempre contestato, ritenendola inutile e finalizzata esclusivamente al tentativo di strumentalizzare la battaglia civile di chi sta difendendo le sorti del patrimonio arboreo nell’unico polmone verde cittadino.
Un tentativo miseramente fallito, visto che anche secondo i consulenti incaricati dalla Procura il Cipresso Montezuma è salvo e può essere messo in sicurezza. Come abbiamo sempre sostenuto, non è possibile abbattere un albero di così straordinario valore, un esemplare unico che con i suoi circa 180 anni di età è divenuto il simbolo della nostra villa. Restiamo in attesa, intanto, di conoscere il piano richiesto all’amministrazione comunale e su come essa intende attuare le numerose prescrizioni a cui è obbligata: un piano che, nonostante ripetuti annunci e conferenze stampa, non riesce a vedere la luce. Eppure un’altra stagione estiva sta passando senza che i cittadini possano utilizzare il loro giardino pubblico, senza che famiglie, anziani e bambini possano beneficiare della frescura naturale. È necessario, perciò, accertare le enormi responsabilità di un’amministrazione comunale completamente inerte e allo sbando, che non presta alcuna attenzione nella tutela dell’interesse collettivo e del verde pubblico. Il deterioramento dello straordinario patrimonio arboreo della villa comunale nell’ultimo decennio è responsabilità di amministratori e dirigenti ben individuabili: la comunità cittadina va risarcita per il danno prodotto.
Il circolo Legambiente “La Cicala” di Nola ha trent’anni attività sul territorio, una lunga storia di impegno ecologista, educazione ambientale e iniziative concrete, tra cui, è bene ricordarlo, la pubblicazione del primo studio relativo a flora e fauna della villa comunale. Nel lontano 1996, infatti, fu proprio il circolo Legambiente, insieme agli alunni dell’istituto scolastico Masullo – Tethi, a identificare e classificare per la prima volta la biodiversità presente nell’area verde. Continueremo la nostra lotta insieme alle associazioni e ai cittadini che abbiamo trovato al nostro fianco nell’obiettivo comune di salvare la villa: difendere il verde pubblico è una questione di vita, un modo efficace per contrastare il sempre più pericoloso inquinamento atmosferico da polveri sottili, che in particolare nel nostro territorio ha raggiunto concentrazioni da record.
Legambiente – Circolo “La Cicala”, Nola