di Gianni Amodeo
Le immagini si riferiscono ad un piccolo e bel bosco di spontanea e pregiata vegetazione autoctona, formato da aceri, castagni, querce e ontani che accoglie gli escursionisti, a quota di poco superiore agli 850 metri, in località Pianure. E siamo è nel cuore degli scenari dei Monti Avella nel Parco regionale del Partenio sulla direttrice dell’ardito serpentone asfaltato della splendida Panoramica, che si protende fino a Campo di Summonte a quota oltre i 1000 metri. E’ il percorso, il cui abbrivio è collocato all’altezza dello spettacolare e puntuto Capo Ciesco, che, esibendo la sua caratteristica candida roccia rivestita di arbusti e ginestre, insieme con la Grotta di San Michele e Acqua pendente simboleggia la Via dei cristiani, eccellente modello di strada rurale, che costeggia la parte alta del Clanio. Un lungo serpentone, quello della Panoramica, che nel graduale inerpicarsi sulle pendici offre una visuale sempre più larga e gradevole della pianura nolana e del golfo partenopeo.
Sono elementi connessi per un contesto che esalta- o dovrebbe …. esaltare – la qualità naturalistica del bosco di Pianure, grazie anche al copioso fluire di cristallina e civettuola acqua sorgiva che alimenta l’abbeveratoio realizzato di recente per il bestiame. E’ davvero uno scrigno di incantevole flora, che, però, da alcuni anni e in coincidenza con i mesi autunnali e invernali, viene puntualmente depauperato degli alberi che ne costituiscono la parte centrale; alberi abbattuti con “scientificità”, fino a rimuovere le ceppaie e le radici, per impedirne l’eventuale ri-generazione. Sono, in tutta evidenza, tagli abusivi, la cui metodicità si esercita sulle piante più datate, anche se palesemente piene di linfa vitale. Una situazione di scempio “programmato”, che è sotto gli occhi di quanti percorrono in auto la Panoramica e si addentrano nei sentieri montani.
Il fenomeno è decisamente sconcertante, se solo si consideri che la metodicità dei tagli abusivi che si compiono nel bosco di Pianure, però, non costituisce un caso isolato, ma frequente e ripetuto. E’ la metodicità che si ritrova e si applica, purtroppo e da tempo, in tante altre aree montane e collinari dei territori dei Comuni che compongono l’ Unione del Baianese e del Clanis. E si coniuga con gli incendi, altro fenomeno endemico degli stessi territori, nei mesi autunnali ed estivi, in prevalenza.
E’ un combinato disposto, quello che si realizza tra tagli abusivi e incendi “pianificati”, a cui sono funzionali interessi e motivazioni di agevole decifrazione, dal rifornimento di legna da ardere per uso domestico e per commerciarla allo sviluppo di aree sempre più estese da riservare ai pascoli di greggi e mandrie, per finire agli interventi anti-emergenziali per la difesa del territorio finanziati dalle amministrazioni statali. Una girandola di sollecitazioni economiche che parla da sola. E per coloro che la innescano e la fanno funzionare, anche e soprattutto speculando, non contano nulla i gravi e preoccupanti dati pubblicati di la scorsa settimana nel Rapporto del rischio dell’ecosistema in Campania.E’ il rischio diffuso dei dissesti idrogeologici, alla cui genesi concorrono i fenomeni come quelli appena rappresentati.
7Il quadro abbozzato evidenzia come nella realtà concreta si ignori e si annulli … allegramente il principio configurato dall’articolo 9 della Carta costituzionale che afferma il primato della tutela del paesaggio, quale patrimonio comune, in cui si dispiega la storia e la cultura dei territori. Un ruolo di salvaguardia e valorizzazione, il cui esercizio spetta essenzialmente agli Enti locali in stretta sinergia con le articolazioni dello Stato preposte all’osservanza della legalità ambientale, sotto tutti i profili. E non solo per il patrimonio pubblico, inteso, ma anche rispetto ai beni e patrimoni terrieri di proprietà privata, considerata la primaria funzione sociale che è attribuita proprio dalla Carta costituzionale alla proprietà privata stessa. Come per dire che nella scala valoriale, il primo rango di esercizio di ogni forma di proprietà non può essere in contrasto con la sfera sociale; in rango subordinato si colloca l’interesse privato, che non può prevaricare affatto sul primo. Invece, nella quotidianità …. accade tutt’altro.