Rifermentazione in bottiglia sui propri lieviti e nessuna aggiunta di solforosa per un Piedirosso in purezza pensato da Moriano come un “vino da merenda”. Il piedirosso a Montefredane , i suoi lieviti indigeni, nessuna aggiunta di solforosa: è un inno al territorio più autentico, e allo stesso tempo alla convivialità soprattutto per chi come Moriano ama condividere, confrontare senza indugi e segreti . Il nuovo vino, prodotto da Moriano che solo qualche mese fa ha lanciato il primo piedirossosperimentale a Montefredame ( ETHOS”) certificato nella storia dell’ISCV è UN PIEDIROSSO rifermentato in bottiglia, che nasce da vigneti di collina con 25 anni di età nella zona più bassa del paese . Vendemmia anticipata , spiccate acidità e colori inusuali per un vino che sarà simbolo della rivoluzione e dell’innovazione . A una prima fermentazione con lieviti spontanei segue l’aggiunta di mosto di piedirosso prima della rifermentazione, in bottiglia che avviene senza alcuna aggiunta di anidride solforosa. “Volevo fare un vino giovane e frizzante – racconta Moriano– capace di rispecchiare al meglio il nostro territorio quanto Ethos, ma che fosse anche in grado di distinguersi per uno spirito ancora più immediato e conviviale”. La scelta dei lieviti indigeni e della rifermentazione in bottiglia vanno in questa direzione. E’ nato così un “vino da merenda”, quotidiano e rivoluzionario . Non consueto, non troppo docile, un po’ bandito e molto umile. Come le sue idee e le sue prove sperimentali che nascono da una passione grande per il terroir e la sua espressione più vera e dalla volontà pura e senza condizionamenti di sorta, di spremere le uve e fare vino non per commercio ma per passione e professione . I suoi vini non saranno in vendita, saranno custoditi, affinati e assaggiati per dare l’idea del potenziale di un territorio a cui Moriano deve tanto. Così, semplicemente. Il coraggio non le manca. A suo padre Gerardo dedicherà il nome di questa bottiglia , ma non ne svela il nome per ora . Da una situazione particolare dello scorso piedirosso , simpatica e oscena allo stesso tempo, lo scacco e l’orgoglio ma soprattutto la convinzione di voler continuare a produrre, prima di tutto, un vino che piace non solo a chi lo fama soprattutto a chi lo beve e ci vede in esso una identità di persone e territorio . Perché non c’è un confine netto al vino, o almeno a quello che piace fare a Moriano. Se il vino è buono e sincero ritratto dell’annata è giusto che resti così. Vini fedeli all’identita’, la sua. E in questo rivoluzionari, se serve.