Per il rinnovo degli organi elettivi dell’Ente di piazza Umberto I nell’appuntamento del 10 giugno, ulteriore edizione dello schema duale che si è venuto consolidando nelle vicende delle tornate ”amministrative”, radicatosi fin dagli anni dell’immediato secondo dopo-guerra, a Mugnano del Cardinale. E’ lo schema duale, a cui hanno dato vita le formazioni cosiddette civiche con la cristallizzazione che si compose e plasmò tra gli anni ’ 50 e ’ 80 nel segno delle liste contrassegnate dai simboli del Gallo e dell’ Aquila, a supporto di due sindaci storici per la comunità cittadina, Girolamo Bianco e Salvatore Napolitano, medici di professione. E in varie tornate, le “civiche” in competitivo e talvolta aspro conflitto sul piano locale, recuperavano, però, concordia e unanimità con i rispettivi elettorati sul versante delle scelte per le elezioni politiche; scelte, che, vigendo la legge proporzionale e con la corsa al voto delle preferenze, per giunta nel vasto collegio che per la Camera dei deputati inglobava le province di Salerno–Avellino–Benvento , convergevano in larga misura verso la prevalente e comune matrice, del tutto funzionale alla Democrazia cristiana, il partito–dominus articolato nel variegato pluralismo delle “correnti”su scala provinciale, regionale e nazionale. Una situazione, dettata dalle più varie motivazioni di tutela che il partito scudocrociato rappresentava e “garantiva”; situazione, che si è venuta replicando in quegli anni in tanti altri contesti territoriali soprattutto nelle realtà dei piccoli e medi Comuni del Sud.
Lo stesso schema duale si prospetta – una volta evaporata la possibilità della formazione di uno schieramento alternativo e di rottura verso la cristallizzazione “tradizionale”- con la “civica” di Nuova alleanza popolare, che punta sulla candidatura del professore Giovanni Colucci alla guida dell’amministrazione, e la “civica”, della quale non è stato finora formalizzato il logo con il simbolo identificativo, che farà da supporto per l’elezione a sindaco del medico Alessandro Napolitano, new entry per la scena politico-amministrativa locale, ma da anni impegnato nel sociale.
Colucci è amministratore pubblico di larga e lunga esperienza. E’ stato sindaco per due mandati consecutivi nel decennio 1996–2006, con successiva elezione per il terzo mandato consecutivo; terzo mandato, che, però, non potette svolgere, essendo in contrasto con la normativa. Una vicenda che ebbe vari sviluppi di contenzioso giurisdizionale, fino alla pronuncia dell’illegittimità della candidatura per la carica di “primo cittadino”. Lo stop a Colucci–sindaco non bloccò, tuttavia, il cammino di Nuova alleanza popolare, che nel decennio 2008-2018 ha sostenuto per due mandati consecutivi l’elezione a sindaco di Nicola Bianco, anch’egli medico, e figlio del sindaco Girolamo Bianco, lo storico “primo cittadino” ispiratore ed animatore della lista del “Gallo”. Ed ora il sindaco uscente, nel segno della continuità, cede il testimone a Giovanni Colucci, che, tra l’altro, è stato lungo segretario provinciale amministrativo della Democrazia cristiana di Avellino, e attualmente riveste il ruolo di presidente dell’Ato per i servizi idrici delle province di Avellino e Benevento.
A fronte del curriculum delle articolate esperienze politiche e di pubblico amministratore, di cui è portatore e interprete Giovanni Colucci, quella della candidatura a sindaco di Alessandro Napolitano, figlio del sindaco Salvatore Napolitano che pure ha scritto vari capitoli della storia amministrativa cittadina, può ritenersi un fattore di relativa novità nel panorama locale, in grado di far lievitare il discorso pubblico per la crescita sociale di Mugnano del Cardinale. Ed è chiaro che la partita politica e amministrativa che si prospetta non può né deve essere immessa nei consueti canali del protagonismo personalistico che non conduce da nessuna parte, spesso “alimentato” dall’esterno ed impropriamente, generando confusione e inutili conflittualità; protagonismo che – va detto – appare decisamente estraneo e lontano dagli atteggiamenti degli interessati, anche alla luce delle dichiarazioni pubbliche rese finora.
C’è davvero ben altro a cui guardare con responsabilità, per rapportare concretamente e con efficace incisività la neo-compagine amministrativa alla soluzione delle reali problematiche che vive la comunità cittadina. Il sistema produttivo delle aziende conserviere che hanno costituito l’ asse portante dell’economia locale un tempo ben fiorente, con la connessa cultura del lavoro si è da tempo ridimensionato o è diventato marginale rispetto alle attività immobiliari. E c’è da interrogarsi sul “che fare”, per rivitalizzarne o innovarne la possibile funzione; così come c’è da interrogarsi sul ruolo che Mugnano del Cardinale è destinato ad esercitare nel complessivo riassetto socio-economico ed urbanistico dell’intera area, che ruota su Avella, a cui finora l’intero ceto politico-amministrativo del territorio non ha dedicato la necessaria attenzione per una complessiva visione d’insieme, perdendo opportunità significative rispetto alle politiche di coesione sia regionali che comunitarie europee. Sono domande che possono trovare risposte nei programmi che saranno proposti agli elettori e sulla credibilità che saranno in grado di meritare nel giudizio dei cittadini. Chiusure localistiche, a Mugnano del Cardinale e altrove, non hanno più alcun senso politico, se si vuole dare una speranza di prospettiva utile alle comunità del territorio e alle giovani generazioni.