Scena che parla da sola nelle immagini, anche se il coraggioso operatore del filmato conserva ancora nelle percezioni olfattive l’acre odore del legno vergine che brucia e si incenerisce, mentre nella sua visuale resta impresso il mulinare delle fiamme, che divorano i tronchi degli innocenti alberi. Una scena d’infinita tristezza, del tutto simile a tante altre di boschi, aree montane e collinari, su cui da oltre un mese si esercitano in Campania e in tante altre regioni le mani di piromani, perversi e cinici criminali sociali, le cui azioni sono funzionali a perseguire gli “interessi” economici e di speculazione che da sempre sono agganciati alle situazioni di emergenza, dai rifiuti agli incendi, che lo Stato e le sue articolazioni devono affrontare nell’immediatezza della straordinarietà.
E’ la scena che consegna la triste rappresentazione della Villa comunale, a Mugnano del Cardinale. E che interessi un’area di verde pubblico attrezzato, costituisce l’assoluta “novità” delle cronache correnti. Una sconcertante e grave aggressione incendiaria, quella consumata a mano franca, che ha distrutto un bene comune, attivato alcuni anni in un’area periferica rispetto al centro urbano; area, in cui opera la struttura dei servizi del Piano sociale di zona, particolarmente frequentata nelle ore mattutine e pomeridiane. Un episodio che ha suscitato indignazione nella comunità locale. E che la responsabilità dell’incendio si possa attribuire a perditempo in vena di bravate, con maggiore o minore familiarità per il consumo di sostanze stupefacenti o alcool, ha relativa importanza e non sminuisce il carattere delinquenziale dell’accaduto. Un’amara realtà che induce a serie riflessioni sulle condizioni di vita sociale sul territorio.