Domenica 12 giugno è ritornato nel Santuario di Santa Filomena la statua di Sant’Antonio da Padova restaurata grazie alla generosità del popolo. Il professore Maggio che ha effettuato il restauro ci ha fornito la scheda tecnica. La Statua del Santo è ritornata più bella di prima in mezzo al suo popolo.
TECNICA DI ESECUZIONE.
La scultura raffigurante Sant’ Antonio da Padova è stata realizzata con l’assemblaggio di differenti elementi lignei soprattutto per l’esecuzione delle parti aggettanti. Lo scultore ha utilizzato legno di tiglio più facile da intagliare e con minore presenza di imperfezioni nella struttura e nella fibra.
Saggio di pulitura del volto.
Saggio di pulitura della mano.
Gli strati preparatori sono costituiti da gesso di Bologna e colla animale.
La pellicola pittorica originale, non visibile prima del restauro, è stata realizzata con colori ad olio.
La pedana è caratterizzata da una decorazione dorata realizzata con applicazione di foglia in oro zecchino su bolo rosso.
Lo strato protettivo è costituito da resine naturali.
Sono presenti elementi in argento: l’aureola, un giglio posto nella mano sinistra del Santo e una corona sul capo del Bambino Gesù.
Saggio di pulitura del saio.
INTERVENTI PRECEDENTI
Le parti policrome dell’opera si presentano abbondantemente ristuccate e totalmente ridipinte.
Attraverso abrasioni della superficie, è possibile osservare alcuni livelli cromatici original
STATO DI CONSERVAZIONE
Su tutta la superficie sono presenti numerosi segni di attacchi biologici in corso da
insetti xilofagi.
La presenza di fori di sfarfallamento fa supporre una scarsa consistenza del materiale
ligneo che, probabilmente, compromette seriamente la stabilità dell’intera struttura.
Si notano alcune fessurazioni del supporto ligneo.
Sollevamenti e cadute di preparazione, colore e doratura sono localizzate, prevalentemente, nel saio, nel libro e nella pedana su cui è fissata la statua.
Saggio di pulitura del saio.
INTERVENTI DI RESTAURO
Inizialmente si è proceduto ad una spolveratura molto attenta della superficie con pennellesse di setola morbide per rimuovere i sedimenti incoerenti presenti, facendo attenzione alle parti sollevate e decoese.
La disinfestazione è stata eseguita con l’applicazione di permetrina disciolta in essenza di petrolio a pennello e con siringhe attraverso infiltrazioni nelle fessure del legno e nei fori di farfallamento. L’opera è stata poi, temporaneamente, sigillata con materiale polietilenico per facilitare l’azione del biocida.
Trascorso il tempo necessario, si è proceduto al consolidamento del materiale ligneo del supporto mediante l’applicazione di consolidante a pennello e per infiltrazione con siringhe (Paraloid B72 disciolto in acetone).
Stuccatura delle lacune.
Si è effettuato, quindi, il consolidamento degli strati pittorici utilizzando collanti di origine animale (colla di coniglio in varie diluizioni) e consolidanti sintetici in emulsione (Primal AC33) a seconda dell’efficacia che tali sostanze hanno fornito.
Il ristabilimento della coesione e della adesione tra supporto, strati preparatori e pellicola pittorica è stato assicurato riattivando alcuni dei suddetti collanti con termocauterio.
Le stuccature non originali sono state rimossa ad azione meccanica previa applicazione di tamponi umidi.
Dopo aver eseguito i test della solubilità del materiale da rimuovere si è effettuata la pulitura della pellicola pittorica originale utilizzando una soluzione di solventi selezionati in base alla loro efficacia (acetone e dimetilsolfossido) aiutandosi, anche, con bisturi e lenti stroboscopiche.
Le parti non ben ancorate sono state imperniate con barrette di vetroresina e fatte aderire con resina epossidica bicomponente (Araldite SV 427).
Le eventuali parti mancanti sono state integrate con inserti modellati di legno stagionato della stessa essenza del legno originale imperniati con barrette di vetroresina e fatti aderire con resina epossidica bicomponente (Araldite SV 427).
Integrazione pittorica.
OPERE D’ARTE
La scultura è sta, poi, verniciata a pennello con vernice mastice diluita al 50% in essenza di petrolio.
In seguito è stata rimossa meccanicamente, a punta di rasoio, la vernice depositata nelle lacune, per permettere alla stuccatura di aderire meglio alla superficie.
Si è proceduto, poi, alla stuccatura delle lacune con gesso e colla di coniglio e, dopo la sua stesura ed essiccazione, è stato livellato con il bisturi e ausilio di luce radente.
Successivamente è stata eseguita la selezione materica della superficie, utilizzando sempre gesso e colla di coniglio.
A questo punto si è proceduto alla realizzazione del collegamento pittorico delle lacune con acquerelli e tempere. La scultura è stata di nuovo verniciata a pennello con vernice mastice molto diluita. Con i colori a vernice sono stati raggiunti i toni definitivi.
La scultura è stata, poi, definitivamente protetta con uno stato finale di cera e resina disciolte in essenza di petrolio a cui è stato aggiunto del biocida per prevenire futuri attacchi biologici.
Le lacune di decorazione dorata sono state integrate con applicazione di foglia oro zecchino applicata su bolo rosso.
Gli elementi in argento sono stati puliti con tamponi imbevuti di bicarbonato di sodio e successivamente dilavati e lucidati.
Tutte le fasi di restauro sono state documentate con un ampio repertorio fotografico.
Dopo il restauro.
