La prestigiosa rassegna musicale avellinese “Musica al Parco 2014” del Teatro Carlo Gesualdo di Avellino, con l’attenta direzione artistica di Luciano Moscati e l’organizzazione dell’associazione culturale I Senzatempo, anche quest’anno ci regala grandi ed irripetibili emozioni.Ilfestival , fortemente voluto dal presidente del teatro Luca Cipriano, ospiterà, Domenica 20 luglio, uno degli spettacoli più attesi dell’estate italiana, un imperdibile evento di caratura internazionale: il concerto della nota artista israeliana Noa.
La sua voce cristallina mescola armoniosamente jazz, rock americano e suggestioni mediorientali, superando tutte le frontiere culturali. Interprete in Vaticano di un’Ave Maria che ha commosso il mondo e protagonista di numerosi festival di musica etnica, Achinoam Nini (Noa per tutti) è diventata in pochi anni una stella acclamata della world music. La “voce di Israele”, amata dal grande pubblico per la capacità di toccare il cuore della gente con la sua musica e la profondità del suo messaggio, celebrata dalla critica internazionale per il suo talento artistico, Noa torna al grande pubblico, con un tour mondiale, a distanza di quattro anni dall’ultimo disco, con un nuovo progetto discografico e live dal titolo “Love Medicine”.
L’album sarà disponibile dal 22 luglio, anche nei negozi italiani ed europei ed è il frutto della collaborazione, durata quattro lunghi anni di lavorazione, dell’artista con Gil Dor, da sempre al suo fianco come direttore musicale e chitarrista: una pausa creativa in cui Noa e Gil hanno tradotto in musica tutte le sfumature delle emozioni e le energie scaturite da incontri significativi e luoghi magici.
Il progetto è costellato da collaborazioni con grandi jazzisti, primo fra tutti Pat Metheny, che ha prodotto il primo album di Noa 20 anni fa, presente nell’album con “Eternity and beauty”. Poi il Brasile, con Joaquin Sabina (You-tu’) e Gilberto Gil (Shalom a paz); ed ancora, le canzoni scritte dalla stessa Noa per il musical su Giovanni Paolo II “Karol Wojtyla – la vera storia” con la partecipazione del Solis String Quartet, più due cover: “Eternal Flame“, pezzo poco noto delle Bangles, famoso complesso femminile anni ’80, e una canzone di Bobby Mc Ferrin “Happy song”.
In questo impareggiabile concerto avellinese Noa sarà accompagnata proprio da Gil Dor.
Ma l’attesissima serata non sarà solo l’occasione per presentare, in anteprima, al pubblico avellinese questo nuovo lavoro, ma anche l’opportunità di ripercorrere le canzoni più amate della carriera di questa straordinaria interprete, capace di conquistare anche l’ascoltatore più esigente con la sua voce angelica e la sua presenza scenica magnetica.
Il suo repertorio, dapprima molto americano, scivola gradualmente verso melodie più orientali. E proprio quando si immerge in quel clima, danzando e accompagnandosi con percussioni, tamburelli, piccoli strumenti a fiato, Noa dà il meglio di sé. Quando poi regala “Beautiful that way“, il brano della colonna sonora del film di Roberto Benigni “La vita è bella”, si ha la prova che canzoni come questa, interpretate da una voce così limpida, sono realmente un dono. Ed un regalo è anche lo “Shalom”, pace, che Noa rivolge alla platea. Un saluto e un augurio che comunica un’idea della vita che esclude l’odio e il pregiudizio.
In una recentissima intervista di Ernesto Assante, Noa afferma: “Il mio paese ha bisogno di una medicina d’amore“. Da sempre militante per la pace tra ebrei e palestinesi, l’artista racconta delle tensioni del suo paese, della forza della musica, della possibilità di un cambiamento anche in un momento terribile come questo, e di quanto il mondo abbia un disperato bisogno di una medicina d’amore, tanto più nei momenti drammatici come quelli che stiamo vivendo.
Quando l’album è uscito in Israele, racconta la cantante, molti dei critici si sono meravigliati, perché il disco parla d’amore. Nel suo paese, Noa spesso di sente considerata come un personaggio estremamente controverso e scomodo, poiché esterna con forza e sincerità i suoi pensieri e non cerca il facile consenso, e per questo, paga anche un prezzo molto alto (concerti cancellati, minacce alla sua vita). Ma “Love Medicine” è un lavoro che punta a far riflettere soprattutto sulle qualità terapeutiche della musica e sulla sua capacità di contemplazione, di compassione, di accettazione e di emozione.
Lo spettacolo presentato dall’impeccabile Tonino Bernardelli, sarà preceduto da un’incontro-conferenza dell’artista con i partecipanti del workshop di giornalismo e critica musicale tenuto nella stessa giornata dal noto critico musicale Alceste Ayroldi, docente di ruolo, firma stabile dello storico mensile “Musica Jazz”, saggista, consulente artistico e produttore di diversi festival e rassegne musicali italiane e collaboratore di altre testate nazionali, tra le quali Jazzitalia di cui è l’editor manager.