Per tre anni ha mantenuto quel terribile segreto convinta che mai nessuno sarebbe arrivato alla verità. Mai nessuno avrebbe saputo che era rimasta incinta, che aveva messo al mondo un bambino e che lo aveva sepolto nel sistema di drenaggio del giardino dei genitori. Una montagna di menzogne venute alla luce poco tempo fa e dalle quali Sinead Connett, 29 anni, non è riuscita più a emergere: è condannata e portata in carcere dove dovrà scontare una pena di dodici mesi. Nel 2013 la vita di Sinead sembrava andare per il verso giusto: si era trasferita nel Bedfordshire, in Gran Bretagna, con il fidanzato, Jonathan Layfield, oggi 28 anni, e aveva trovato lavoro nel settore risorse umane di Tesco. Tuttavia quella felicità era destinata a spezzarsi presto: da lì a poco il fidanzato venne licenziato dalla scuola dopo uno scambio di email a luci rosse con una 16enne e lei scoprì di essere incinta. Una gravidanza indesiderata che, secondo quanto detto da Sinead, avrebbe compromesso il suo rapporto d’amore e la sua posizione lavorativa. Ma con il passare dei mesi la pancia cresceva e quando si era convinta di voler abortire aveva ormai superato il limite consentito delle 28 settimane.
Fino ad agosto aveva tentato di coprire quella pancia adducendo problemi di salute, fino a quando non mise al mondo il piccolo nel bagno del suo appartamento: dopo averlo partorito, chiuse il figlio in alcuni sacchetti di plastica e lo lasciò per tre giorni in macchina. Poi viaggiò per oltre duecento chilometri fino a casa dei genitori, a Grimsby, dove sotterrò il bambino nel sistema di drenaggio del giardino.
Il corpo del bimbo rimase lì per tre anni, fino a quando i genitori non chiamarono un idraulico per alcuni problemi all’impianto: fu allora che il cadavere, con il cranio fratturato, venne ritrovato, attivando le indagini delle forze dell’ordine che hanno portato a Sinead. La donna ha iniziato a proteggersi dietro una rete di menzogne: prima ha negato che il piccolo fosse suo, poi ha raccontato di essere stata violentata da un tassista al ritorno da una festa. Entrambe le circostanze, però, sono state smentite: non solo il test del Dna ha confermato che lei era la madre, ma ha anche dato la certezza che Jonathan, nel frattempo diventato suo marito, era il padre.
Dopo mesi di bugie, Sinead è crollata: ha ammesso di aver tenuto all’oscuro tutti della sua gravidanza e di aver sepolto lei il figlio nel giardino dei genitori. «Sei l’architetto di questa situazione deplorevole e devi essere punita – ha detto il giudice Jeremy Richardson, condannandola a un anno di carcere – Hai ingannato tutti. Hai privato tuo figlio morto di qualsiasi dignità. Molti descrivono il tuo comportamento come malvagio. Volevi nascondere la gravidanza, la nascita e la morte di tuo figlio, ma non ci sei riuscita».