Ogni 24 dicembre milioni di persone attendono l’arrivo di panzone visitatore in abito rosso. No, non è il Gabibbo, ma l’uomo amato da grandi e piccini conosciuto come Babbo Natale. Ma chi è questo generoso benefattore? Da dove viene? E come fa a realizzare questo compito apparentemente impossibile? Scopriamo insieme i fatti e le curiosità legate alla figura reale e leggenderia di Babbo Natale. Nella maggior parte delle tradizione l’identità più diffusa è quella di San Nicola. Ma nel mondo è conosciuto con nomi diversi.
Il più diffuso è Santa Claus, derivazione dall’olandese Sinter Klaas, che ha preso spazio negli Stati Uniti, Canada e paesi anglosassoni. Da noi, ovviamente è noto come Babbo Natale. Nei paesi germanici è chiamato Christkind (Cristo bambino) ad eccezione fatta per la Germania del Nord, dove prende il nome di Weihnachtsmann (L’Uomo di Natale).
Nel resto del mondo, dove non è chiamato San Nicola, il nome assegnatoli è la traduzione del termine “Babbo Natale”: Père Noël in Francia, Papá Noel in Spagna, Noel Baba in Turchia, e così dicendo, ad eccezion fatta per la Grecia dove prende il nome di San Basilio.
San Nicola, da cui ha preso vita il mito di Babbo Natale, non era sempre il paffuto e barbuto uomo che si vede nelle cartoline natalizie.
Lo storico Santo era il vescovo venerato a Myra, una città romana in quella che è oggi la Turchia.
Nato intorno all’anno 270 dC, Nicola si è dedicato ad aiutare i poveri per tutta la vita, in particolar modo aiutava in forma anonima il pagamento della dote delle giovani donne povere. La sua reputazione di donatore segreto crebbe con il tempo, e divenne famoso soprattutto depositare monete o dolcetti nelle scarpe dei bambini appositamente messe fuori di casa, a volte in cambio di carote o di fieno per foraggiarei suoi cavalli. Nicola è tradizionalmente raffigurato con un mantello rosso di un vescovo, ed è stato spesso aiutato da un piccolo orfano, secondo alcune leggende. Canonizzato dopo la sua morte, San Nicola è stato nominato come il santo patrono dei bambini. Rimase una figura popolare di culto nel Medioevo, con feste annuali celebrate il giorno della sua morte, il 6 dicembre, e piccoli doni offerti ai bambini, di solito nelle loro scarpe, in suo onore. All’incirca nello stesso tempo in cui Nicola visse, Papa Giulio decise di fissare la data per la celebrazione della nascita di Gesù al 25 dicembre. In quel periodo i pagani celebravano l’arrivo dell’inverno (solstizio d’inverno) e in questo modo il Papa sperava di utilizzare la festività per cristianizzare le celebrazioni. Alla fine, la festa di San Nicola divenne anche associata con il 25 dicembre e la sua connessione con il Natale è stata stabilita.
Nella tradizione che si sviluppò e che abbiamo anche oggi, avrebbe visitato le case alla vigilia di Natale e continuato a portare doni ai bambini che avrebbero ricambiato il suo gesto lasciandogli noci e dolci per ringraziarlo. Nella cultura di oggi la fiugura di Babbo Natale/San Nicola, ha perso i tradizionali abiti da vescovo. La rappresentazione odierna trae spunto da un personaggio britannico realmente esistito, un uomo panzone e barbuto vestito con un mantello verde che ispirò il Fantasma del Natale presente in Canto di Natale di Charles Dickens. Come si è passati dal verde al rosso? Secondo molte persone a portare nella mente collettiva l’immagine che abbiamo oggi di Babbo Natale sarebbe stata la Coca Cola, che negli anni 30 usò per la pubblicità natalizia una versione di Babbo Natale con barba bianca, pancia, e abito bianco e rosso. Tuttavia, vi sono tracce della stessa raffigurazione negli anni precedenti, prima tra tutti la rivista Puck, nel 20esimo secolo.