Il governo della Nigeria ha citato in giudizio diverse multinazionali leader del petrolio per un totale di 12,7 miliardi di dollari di petrolio greggio che presumibilmente è stato esportato illegalmente negli Stati Uniti tra il 2011 e il 2014, secondo quanto dichiarato da fonti governative del paese africano in data di ieri. Le udienze inizieranno la prossima settimana innanzi all’alta corte federale a Lagos per esaminare i casi presentati contro le consociate nigeriane dei colossi del petrolio tra cui l’americana Chevron, la britannico-olandese Shell, Agip dell’italiana ENI, la francese Total e Brasoil della brasiliana Petrobras, secondo le risultanze del tribunale. Le compagnie petrolifere non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento. La Nigeria è stata il più grande produttore di petrolio dell’Africa, fino agli attacchi dei militanti di Boko Haram per ridurre la produzione, tanto che è stata superata dall’Angola lo scorso marzo. Lo scandalo potrebbe provocare nuova rabbia contro le compagnie petrolifere già accusate di inquinare terreni agricoli e zone di pesca. Alla base del movimento armato del delta del Niger ci sarebbe, infatti, la frustrazione delle popolazioni locali contro i produttori di petrolio, tanto che i militanti chiedono alle multinazionali di lasciare il paese. I funzionari addetti al caso, hanno sostenuto che il governo della Nigeria ritiene che le società non hanno dichiarato più di 57 milioni di barili di spedizioni di petrolio greggio. Questo dato è stata dedotta dalla attenta verifica delle esportazioni dichiarate e ciò che è stato effettivamente scaricato negli Stati Uniti. Alcune navi cariche avrebbero registrato meno petrolio quando hanno lasciato la Nigeria per raggiungere gli Stati Uniti, mentre alcune intere navi non avrebbero dichiarato nulla, hanno detto che i funzionari, che hanno parlato a condizione di anonimato perché i casi sono ancora in tribunale. Gli Stati Uniti sono stati il più grande importatore di petrolio della Nigeria fino a quando non iniziarono a sfruttare le proprie riserve di petrolio di scisto, anche se le esportazioni nigeriane verso gli Stati Uniti sono aumentate di sei volte nel corso di quest’anno, secondo l’Opec. Lo sfruttamento dell’Africa e delle sue risorse non conosce sosta e fine, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che sottolinea come ancora una volta negli scandali di caratura internazionale risultino coinvolte le nostre aziende di Stato.