LOFFREDA: PRONTI AD UN RICORSO AL TAR, NON SI PUÒ COLPIRE SOLO LA ZOOTECNIA
“La protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati è una scelta giusta, ma occorre mettere le aziende agricole nella condizione di ageduarsi. Allo stesso tempo occorre individuare tutte le fonti di inquinamento, senza accusare solo le aziende agricole. Spesso la causa è da ricercare nella mancata depurazione e quindi da origini antropiche. Chiediamo la proroga di un anno della delibera regionale e un percorso di accompagnamento. Non escludiamo la possibilità di un ricorso al Tar”. È la posizione espressa questa mattina da Coldiretti Campania all’Assessorato per le Politiche agricole della Regione, dopo una richiesta di audizione inviata dal direttore regionale Salvatore Loffreda al consigliere delegato Francesco Alfieri.
La vicenda nasce dalla delibera della Giunta Regionale n. 762 del 5 dicembre 2017 con la quale, in attuazione delle disposizioni comunitarie e nazionali, ha delimitato le nuove zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola. Si tratta di un ampio territorio che si estende su una superficie complessiva di circa 316 mila ettari in massima parte localizzati soprattutto nelle pianure costiere ove è presente peraltro un elevato carico demografico che per qualche centro in esso ubicato raggiunge livelli da primato. L’esigenza di dover mettere in campo quanto necessario per tutelare le acque superficiali dall’inquinamento da nitrati di origine agricola – precisa Coldiretti Campania – non trova certo l’opposizione della nostra organizzazione. La nuova delimitazione deve entrare in vigore quanto prima e Coldiretti è convinta che le acque superficiali, in quanto risorsa di rilevante interesse, debbano essere adeguatamente tutelate. Al tempo stesso, tuttavia, Coldiretti chiede che si adottino gli accorgimenti necessari a ridurre al massimo i contraccolpi derivanti dall’applicazione della nuova delimitazione alle aziende zootecniche. Ove non venissero introdotti meccanismi per ammortizzare l’impatto dell’attuazione della delibera, gli allevatori potrebbero dismettere gli allevamenti con un grave pregiudizio per l’intero settore. Si tenga conto che nella nuova delimitazione vengono coinvolte per la prima volta nuove aziende agricole, molte delle quali non sono ancora informate della loro inclusione nelle aree sensibili ai nitrati di natura organica e agli obblighi che ciò comporta. È il caso questo delle aziende zootecniche che vengono comprese per la prima volta nelle “ZVNOA”. Nella stessa situazione vengono a trovarsi anche aziende agricole che non conducono allevamenti (aziende agricole della IV gamma, aziende frutticole, aziende orticole in pieno campo ed in coltura protetta, ecc.). Il numero di queste aziende è rilevante, soprattutto nell’area della Piana del Sele nella quale si localizzano specializzazioni produttive di rilevante estensione.
“Pertanto – annuncia il direttore Loffreda – Coldiretti chiede di differire di un anno l’entrata in vigore della normativa; di attivare un’azione informativa puntuale agli allevatori; di fornire una ancor più attenta e approfondita informazione ai Comuni ricadenti nell’area delimitata i quali, come noto, sono destinatari delle comunicazioni da parte delle aziende zootecniche riguardanti la produzione e lo spandimento degli effluenti zootecnici; di recepire nel quadro normativo esistente le nuove disposizioni in materia di tutela e protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati; di realizzare un’analisi puntiforme di tutte le fonti di inquinamento da realizzare su un’area campione. Naturalmente le aziende zootecniche debbono essere destinatarie di percorsi facilitati nell’accesso agli strumenti dell’intervento pubblico con un bando ad hoc”.