di Pasquale Ercolino
Ieri mattina, 17 agosto, mi sono recato di persona al mercato infrasettimanale di Nola. Oltre a scambiare due chiacchiere con gli intermediari locali ho avuto modo di parlare direttamente con il rappresentante zonale della Ferrero (sig. Goffredo) al quale ho chiesto se la Ferrero aveva già deciso il suo prezzo di apertura per il nuovo mercato 2016.
Il sig. Goffredo, che si è mostrato molto cordiale e gentile, ha risposto che al momento non ha ricevuto alcuna indicazione dalla sua azienda per cui non è stato ancora stabilito il prezzo di apertura. Su altre mie domande circa la situazione in Turchia, frettolosamente ha risposto che lui si occupa esclusivamente del mercato campano e che si attiene alle indicazione che riceve dalla azienda per cui è dipendente. Quanto sopra i fatti nudi e crudi.
Passando poi alle voci che circolavano tra gli altri intermediari e collegandoli con quanto sta attualmente accadendo in Turchia, vi offriamo la nostra chiave di lettura su questo comportamento tenuto dalla Ferrero che, ricordiamo, il 22 agosto riaprirà lo stabilimento Irpino. In Campania, a fine giugno, tutti le aziende sgusciatrici hanno sottoscritto contratti di vendita con aziende estere (in particolare con aziende tedesche) ad un prezzo di circa 5.6 euro al chilo sgusciato.
Attualmente le nocciole, anche del vecchio raccolto, sono scambiate a 7 euro al p.r. In Turchia invece le nocciole sono, oggi, scambiate a 8.7 euro al p.r. Capite bene la perdita delle aziende sgusciatrici (non la Ferrero) se devono acquistare nocciole già al prezzo attuale di 7 euro al p.r. Se la Ferrero uscisse con il suo prezzo (che a questo punto non potrebbe essere inferiore alle 8 euro al p.r.) significherebbe aggiungere un altro euro alla già rilevante differenze di 1.3 euro che tutte le aziende sgusciatrici attualmente stanno perdendo.
Facciamo un esempio per dare l’idea dei valori in ballo: se un’azienda sgusciatrice X ha sottoscritto un contratto di vendita con un’azienda tedesca Y per la consegna di 10 TIR (ogni TIR sono 220 q.li di nocciole sgusciate) a 5.6 euro al chilo sgusciato, l’azienda sgusciatrice, che oggi deve pagare 7 euro al p.r. per comprare le nocciole da inviare all’azienda tedesca Y, ci rimette 1.4 euro al chilo, ovvero 140 euro al q.le che moltiplicato per i 220 q.li di un TIR restituiscono circa 30.000 euro di perdita a TIR che, moltiplicati per i 10 TIR fanno circa 300.000 euro. In realtà da indiscrezioni di stamattina, i TIR venduti sono molti più di 10 ma noi vogliamo essere cautelativi oltre che a dare semplicemente l’idea degli ordini di grandezza in ballo.
Capite bene che se la Ferrero apriva il mercato con i prezzi a cui sta acquistando in Turchia (quel poco prodotto che riesce ad acquistare), avrebbe raddoppiato questa perdita per le altre aziende locali sgusciatrici.
La domanda da porsi è quindi la seguente: perché la Ferrero ha interesse a tenere in vita queste aziende quando invece in un qualsiasi altro mercato, questa sarebbe stata l’occasione per infliggere un colpo mortale ai diretti concorrenti?
Semplice, perché tutte le altre aziende sgusciatrici del nostro territorio, per dimensioni, non sono vere concorrenti della Ferrero ma al contrario, spesso loro stesse vendono il prodotto alla Ferrero che si serve di queste ultime anche per creare cartelli di prezzo nel mercato locale.
In più la Ferrero ha le sue prime consegne tra una decina di giorni per cui può permettersi di stare alla finestra a guardare senza essere la protagonista del mercato.
Inoltre, anche lei stessa si sta giovando del prezzo di 7 euro al p.r. in quanto qualche intermediario stamattina si è lasciato scappare che la Ferrero non ha mai realmente chiuso anche durante il periodo estivo (era ferma solamente la produzione) per cui se qualche commerciante gli portava prodotto a 7 euro al p.r. lo rimandava certo indietro.
Cosa dunque bisogna fare in un siffatto contesto? Noi consiglieremo di attenersi a quanto detto dal sig. Goffredo: il prezzo non esiste che vuole dire che ai contadini consiglia di non vendere almeno fino a quando la Ferrero fisserà il prezzo (non si è mai visto qualcuno che vende senza che la controparte non gli dica a quale prezzo intende scambiare il bene). Noi aggiungiamo che i contadini, per loro natura, sono abituati ad aspettare in quanto aspettano un intero anno per il loro raccolto, figuriamoci se adesso è un problema aspettare 15 giorni prima di vendere.
Concludiamo dandovi una panoramica sul mercato Turco che è poi quello che determina il prezzo (in questo ci è dispiaciuto che il sig. Goffredo, a domanda specifica, ci abbia risposto dicendo che a lui di quanto accade in Turchia non interessa; preferiamo pensare che sia una risposta politica mentendo sapendo di mentire piuttosto che pensare che faccia male il suo mestiere): attualmente il prezzo è in continua salita (ripetiamo che si acquistano nocciole a 8.7 euro al p.r.);
Si è appena conclusa la raccolta nei territori al di sotto dei 250 metri di altitudine e questa rappresenta un’altra notizia: in un così breve tempo si è già raccolto un terzo della produzione Turca data la scarsità del raccolto stesso. I presidenti delle camere dell’agricoltura hanno dichiarato che laddove lo scorso anno ci si impiegava 10 giorni per raccogliere le nocciole di un terreno, quest’anno sono bastati 2 giorni; tutto questo a causa di una malattia fungina che ha devastato la produzione tra la fine del mese di giugno e l’intero mese di luglio con la conseguenza che le nocciole risultano vuote, di cattivo odore ed acre di gusto (nell’immagine la foto dell’articolo da cui abbiamo appreso la notizia; fonte www.derauditor.de) dopo che la stessa era già stata dimezzata dalla gelata di marzo (nell’immagine la foto dell’articolo da cui abbiamo appreso la notizia; fonte www.orduolay.com)
Ecco perché non ci sono vendite sul mercato poiché le sole nocciole disponibili del raccolto 2015 (quelle del 2016 già raccolte sono ancora in fase di essiccazione) non saranno messe in vendita a meno di 12-15 euro al p.r.
Badate bene che questa non è una notizia positiva per il popolo Turco in quanto anche un prezzo di 15 euro al p.r. non è ritenuto sufficiente dato l’esiguo raccolto 2016.
I prezzi quindi si stanno progressivamente avvicinando a questi valori man mano che le operazioni di raccolta stanno avanzando contrariamente a quanto si aspettavano gli industriali che confidavano nel nuovo raccolto per un abbassamento dei prezzi (nell’immagine il dato dei prezzi Turchi della scorsa settimana; fonte www.nocciolare.it).
Dal punto di vista politico (vi ricordiamo che le nocciole in Turchia hanno un giro di affari di 3 miliardi di euro e danno da vivere a circa 5 milioni di persone da cui l’interesse anche del mondo politico verso questo settore) i giornali Turchi riportano a più riprese l’errore strategico della Ferrero di tenere nascosti i danni della gelata di marzo fino a fine giugno quando ha messo in scena il teatrino di San Diego. Così facendo si è inimicato l’intero popolo Turco che oramai non la ritiene più credibile con la conseguenza che Erdogan stesso è sceso in campo ‘costretto’ a dichiarare guerra alla Ferrero dopo che lo stesso per anni aveva fatto accordi sottobanco con la multinazionale di Alba.
Non sono state quindi un caso le dichiarazioni del ministro dell’agricoltura del 12 luglio e le ultime immagini in cui Erdogan si mostra accanto al presidente della camera dell’agricoltura di Giresun garantendogli pieno appoggio del governo nel caso in cui la Ferrero mantenesse prezzi non allineati alla situazione di mercato che si è creata.
Poi, contro la Ferrero, ci si è messa anche la sfortuna in quanto l’avvicinamento tra Turchia e Russia, per le note vicende politiche, ha determinato la sottoscrizione di un accordo per la fornitura di 14 mila tonnellate di nocciole che la Turchia invierà alla Russia (è la stessa quantità prodotta dall’intera Campania) per cui ulteriori nocciole che mancheranno alla Ferrero e che lo scorso anno, causa embargo, erano rimaste ferme in Turchia.