Il mercato negli ultimi 10 giorni è rimasto letteralmente inalterato con prezzi che a secondo della fabbrica che ritira il prodotto, può variare dai 7.7 euro agli 8.2, parliamo chiaramente a punto resa. L’acquisto a prezzi più alti li fa esclusivamente la Ferrero ma richiede un prodotto qualitativamente ottimo, con poco marcio e cimiciato. Essendo la Turchia il principale produttore dell’oro marrone è chiaro che si guarda a questa nazione per capire quello che potrebbe essere l’oscillamento dei prezzi anche in Italia. In Turchia, dove in questi ultimi giorni le vendite sono state ferme per una festività nazionale, il valore delle nocciole è superiore a quello italiano, infatti si registrano questi prezzi: Le quotazioni al chilo in guscio in lire turche sono oscillate da 15,25 (pari ad € 4,59) a 13,00 (pari ad € 3,91) a seconda delle provenienze e della qualità.
Ma la buona notizia per i produttori Italiani arriva dalla scarsa produttività di quest’anno in Turchia e dalla qualità del prodotto molto scadente. Già da marzo, noi di Bassairpinia vi abbiamo sempre ribadito, che a causa delle gelate, la produzione turca era stata compromessa. Adesso anche gli esperti del gruppo Ferrero, Oltan Boyer, nel “Report” del 19 settembre 2016, va allineandosi alla nostra previsione ed infatti si legge quanto segue:
“I risultati del raccolto di Agosto in Turchia ha portato un’ ennesima delusione: il 20% delle nocciole è risultato vuoto. Si tratta di un dato oggettivo: il rendimento alla sgusciatura registrato all’ingresso degli impianti. La stima del raccolto di luglio, che era di 587.000t considerando un 5% di nocciole vuote (valore medio registrato in passato), è stata quindi ricalcolata, portando a 500.000t.
Considerando le scorte del 2015 (140.000t), la disponibilità risulta di 640.000t, che raggiunge appena i fabbisogni dei consumatori. Non siamo ai livelli del 2014, che ha visto un raccolto di 450.000t con un riporto di 60.000t, ma l’assenza di eccedenze ci mette totalmente nelle mani dei produttori. Questi ultimi fanno fede alla stima del governo che prevede 461.000t, ridimensionate a 400.000t sulla base delle nocciole vuote, senza considerare inoltre le scorte del 2015. Essi vedono quindi una situazione equivalente al 2014 e aspettano che i prezzi si alzino come allora per cominciare a mettere il prodotto sul mercato. D’altra parte gli utilizzatori sono ben consapevoli che la situazione non è quella del 2014 e in generale non pianificano coperture a lungo termine.
Ne risulta quindi un mercato poco attivo con scarsa speranza di vedere un ribasso nel 4° trimestre, poiché i produttori sono molto decisi e hanno i mezzi per resistere.
All’orizzonte del 1° trimestre la situazione sarà diversa, poiché gran parte delle necessità tra settembre e novembre saranno state coperte dal raccolto 2015 e i produttori a quel punto avranno grandi scorte del nuovo raccolto. La qualità del raccolto è assai mediocre in Turchia, anche se non così disastrosa come in Georgia. In questi giorni il mercato apre agli stessi livelli del periodo prima delle vacanze del Bayram della scorsa settimana”.
Tutto questo ci fa preventivare una prossima impennata dei prezzi superiori a quelli attuali, anche se per il momento non sappiamo quando ciò dovrebbe avvenire, di certo già da ottobre il quadro sarà più chiaro, basti pensare che in questa fase le nocciole dell’annata 2015 vengono acquistate quasi al pari delle nuove, a cui si deve anche aggiungere che in questo periodo le commercializzazioni sono tante e che i prezzi sono sempre aumentati o al massimo come in questi ultimi giorni rimasti fermi all’ultima impennata. Dati inconfutabili che fanno presumere che le nocciole quest’anno sono davvero un oggetto prezioso, il cosiddetto oro marrone. (F.S.)