di Pasquale Ercolino
Stamattina il sottoscritto si è recato al mercato di Nola per gli ultimissimi aggiornamenti dei prezzi. In realtà il mercato è rimasto fermo alla scorsa settimana per cui il prezzo è rimasto sostanzialmente fermo a 7.5 euro al punto resa.
Ci piace parlare del prezzo al punto resa per introdurre il tema della qualità. Il mercato stamattina parlava di un prodotto che dalle prime valutazioni sembra essere scadente nella resa e nel contenuto di nocciole marce. Per tale motivo la fascia di prezzo finale può variare dai 300 euro al quintale fino ai 330-340 euro al quintale a seconda della propria resa.
Prima di proseguire nel racconto vorremmo stigmatizzare il comportamento di alcuni contadini che volutamente mettono la parte di prodotto avariato a metà dei sacchi in modo da alterare i risultati delle rese: ricordate che chi esige correttezza deve a sua volta essere corretto altrimenti a nulla valgono i nostri tentativi di rendere più trasparente questo settore da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Tornando alla mattinata odierna trascorsa al mercato di Nola, ho approcciato il signor Goffredo Perna (commerciale zonale della Ferrero) al quale ho chiesto se ci fossero novità da parte della Ferrero sul prezzo della stagione 2016. Il signor Goffredo ci ha risposto che al momento non ci sono novità; al mercato si vociferava che domenica prossima potrebbe essere la volta buona.
Come mai tanto ritardo? Nello scorso articolo avevamo già risposto a questa domanda: la Ferrero in questo momento sta dando spazio agli altri sgusciatori locali prima che una sua presenza attiva sul mercato li metta fuori gioco.
Parallelamente abbiamo chiesto al signor Goffredo se fosse una sua opera l’indiscrezione di venerdì scorso secondo cui alcuni intermediari avevano ricevuto notizia che il mercato Turco fosse in diminuzione di una lira turca; il signor Goffredo ci ha ribadito che lui non segue altri mercati per cui mai avrebbe potuto dare simili informazioni; tra l’altro questa notizia non trova riscontro nel mercato Turco dato che la settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da aumenti continui con prezzi che in lire turche sono oscillati da 15,45 (pari ad € 4,65) a 13,00 (pari ad € 3,91) a seconda delle provenienze e della qualità (fonte www.nocciolare.it come mostrato nell’immagine in basso).
A questo proposito abbiamo anche chiesto al signor Goffredo il motivo di questa differenza di prezzo (quasi 2 euro al chilo) tra il mercato Turco e quello Italiano: il signor Mario Basile (titolare dell’importante omonima azienda Nolana) si è inserito nella discussione rispondendoci che il prodotto Turco risponde meglio alle esigenze del mercato da cui la differenza di prezzo. Noi ci permettiamo di dissentire da questa risposta in quanto, seguendo la comparazione dei prezzi praticati in Turchia e in Italia è evidente che nelle fasi ribassiste di mercato i prezzi si allineano (in questo caso all’industria va bene tutto) mentre si crea questa forbice ogni qualvolta il mercato incrementa in modo significativo il suo valore.
Da ciò ne deriviamo che più della differenza di qualità tra le nocciole Turche e quelle Italiane incide la frammentazione dell’offerta Irpina che è meno compatta del popolo Turco nella decisione di vendere il proprio prodotto.
In questo ping-pong tra mercato Turco e mercato Italiano vogliamo concludere con questa ultima proposta: il mercato Turco aspettava il prezzo di 15 lire (corrispondente a 9 euro al punto resa) prima di vendere: il prezzo l’ha ottenuto ed ora probabilmente partirà con la prime vendite (fonte www.orduolay.com come mostrato nell’immagine in basso); i contadini irpini non si sono mai espressi a tal riguardo in modo compatto e unanime; da nostre interviste-segnalazioni effettuate tra gli agricoltori più rappresentativi del territorio riteniamo che un prezzo che si aggira intorno agli 8,5 euro al punto resa potrebbe sbloccare il mercato locale caratterizzato dalla qualità mista mortarelle -san giovanni.
A questo punto non resta che aspettare la decisione della Ferrero: noi di www.bassairpinia.it abbiamo fatto la nostra proposta che ci sentiamo di sostenere e spingere nei confronti di tutti gli agricoltori.
Se la Ferrero sarà ragionevole nella sua uscita, si potrà allora aprire un tavolo di trattativa e di mediazione per sbloccare l’intero settore altrimenti ognuno proseguirà per la propria strada e sarà il ministro dell’agricoltura Martina che ci spiegherà come mai una stessa azienda (che si fregia di essere Italiana) compra lo stresso prodotto in 2 Paesi diversi a 2 prezzi diversi.