Da qualche mese sulle pagine dei quotidiani sia locali che nazionali appaiono articoli riguardanti la Società Ferrero che propone a molte nazioni estere e a regioni Italiane di diffondere la coltura del Nocciolo. La Ferrero sta investendo forti capitali In Canada ,Kazakistan,Georgia,Serbia,Cile,per aumentare le superfici coltivate a noccioleti. In Italia mira a portare le superfici coltivate da circa 70000 ettari a circa 90000 ettari, coinvolgendo regioni come la Basilicata, l’Abruzzo, Molise, Toscana, sostituendo colture come olivi e pescheti e vigneti con i noccioleti, promettendo buoni guadagni futuri e garanzia d’acquisto delle nocciole per un ventennio con un minimo garantito. Sembrerebbe tutto perfetto, ma c’è il rovescio della medaglia; la Ferrero non vuole il bene dei produttori di nocciole ma bensì cerca di provocare sovrapproduzione in maniera tale che i prezzi naturalmente cadano attorno alle 100/150 euro al quintale e non ci siano più picchi di prezzo. Creando sovrapproduzione ed abbattendo il prezzo delle nocciole ,toglierebbe alla Turchia produttrice per il 75% della produzione mondiale il dominio del mercato e delle quotazioni; Il prezzo mondiale delle nocciole tutt’oggi viene elaborato sulla base della produzione turca, e questo alla società Ferrero non piace, anche perchè la Turchia ultimamente sta facendo la voce grossa accusando innanzitutto la società italiana di monopolio dei prezzi e portando le quotazioni al rialzo facendo ritiri di prodotto con la TMO(cooperativa di stato turca).La situazione nei prossimi anni potrebbe addirittura peggiorare perchè il governo Turco ha dichiarato che da quest’anno in poi le quotazioni delle nocciole non potranno partire sotto alle 15 lire ,tutto naturalmente a discapito della Ferrero che acquista circa l’80%della produzione turca e che negli ultimi anni monopolizzava le quotazioni con prezzi tra 10 /12 lire.