Il Museo archeologico diventa teatro dove i giovani dell’Istituto “Masullo Theti” di Nola e del Liceo artistico di Napoli, all’interno del programma i “Venerdì del Museo” curato dall’Archeoclub di Nola, mettono in scena la storia attraverso le sue categorie sostanziali della differenza, di cui l’universo femminile è cifra, e della crisi, che per antonomasia è rappresentata dalla decadenza dell’Impero romano d’Occidente.
Uno spettacolo che tocca ogni corda, che spazia attraverso i generi della danza classica, della recitazione, della musica pop e rap sull’onda delle emozioni dei giovani attori, cantanti, rapper, che, attraverso i ruoli interpretati, i versi cantati o rappati, hanno espresso se stessi, le loro difficoltà, i sogni, le aspirazioni. Perché in fondo rappresentare la storia vuol dire innanzitutto partire dalla propria vita, dal personale, dalle storie individuali e collettive, alle quali il passato, la grande storia conferiscono visione prospettica, profondità, talvolta giustificazione, spesso motivazione ad andare oltre. Un incontro fra ragazzi provenienti da diversi territori reso possibile dalla collaborazione, dall’unità di intenti di due donne alla guida di due importanti istituzioni: Flora Nappi, presidente dell’Archeoclub di Nola, e Anna Maria Silvestro, D.S. dell’Istituto “Masullo Theti”. Una performance nutrita dalla passione delle docenti Susy Barone, Elena ed Enza Silvestrini, dai legami della sorellanza, dell’amicizia, dalla scelta quotidiana di credere ancora nella scuola e nei suoi protagonisti, nonostante tutto.
In scena due atti significativi della nostra storia: gli alunni del “Masullo Theti”in “Ritratti d’autrice” hanno reso attraverso frammenti di Emily Dickinson, Alda Merini, Barbara Giorgi, Joumana Haddad, il lento disvelarsi dell’universo femminile nel tempo, in un alternarsi incessante di censure, condanne, ostinate speranze e realizzazioni; gli studenti del Liceo artistico in “Rap storico” hanno ricordato la fine di un’epoca travolta dalla guerra, dagli intrighi di potere, nella sua sequela di ingiustizie mai finite…
Dietro i due momenti dello spettacolo, un progetto nato nel pieno della vita di classe. La ricchezza interculturale della scuola di Nola attiva un dialogo tra più mondi nel quale c’è anche chi testimonia che ancora oggi molte donne, in alcuni paesi, incontrano difficoltà nelle scelte che per noi sono scontate: studiare, decidere come vestirsi, scegliersi il proprio compagno di vita. Diverse le voci fuori dal coro della normalità. Esse affermano, per esperienza vissuta, quanto grande è lo sforzo di conciliare la volontà di conoscenza, di andare a scuola, con il dovere di governare la casa per quelle ragazze provenienti da altre culture, che pur trovandosi in Italia da molti anni, sono inserite in un contesto familiare tradizionalista che limita la loro libertà di autoaffermazione.
Di qui la ricerca di testi, la scrittura di canzoni, tra creazione originale e riadattamento di alcuni famosi brani musicali, in grado di rendere la fatica, il dolore e allo stesso tempo la bellezza che accompagnano l’universo femminile nel suo incedere dal margine verso il centro.
In contemporanea i ragazzi del Liceo di Napoli, abituati al linguaggio del computer, ai nickname, al loro gergo inaccessibile, sono assillati dalla fatica di ricordare le date, i nomi arcaici degli imperatori Romani e si inventano l’espediente delle rime che poi diventano canzone rap, grazie anche alla collaborazione di Ramzu noto artista del genere. Alla fatica di studiare la storia si trova l’alternativa di cantarla, anzi di rapparla, imparando ad ascoltare la voce dei vinti, di chi grida, protesta in uno scenario sempre uguale di oppressione, da ieri ad oggi.
Un pubblico variegato di giovani, famiglie, docenti tra commozione e leggerezza ha condiviso quest’esperienza di incontro, di freschezza, nello stupore di quanto ancora la scuola può proporre, inventare, donare… (Elena Silvestrini)