Con il consueto fascino per le sue dotte argomentazioni e per l’eloquenza, il filosofo Aldo Masullo ha incantato l’affollata platea che venerdì scorso (1° aprile) ha letteralmente gremito il salone delle Armi della Reggia degli Orsini sede del Tribunale di Nola in occasione della cerimonia di apertura dell’anno di Formazione forense 2016 della Scuola Bruniana – Fondazione Forense dell’Ordine degli Avvocati di Nola.
Il tema del convegno è di quelli che creano interesse e fanno discutere non solo avvocati e magistrati: la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze nel d.d.l. Cirinnà (varato dal Senato il 25 febbraio scorso e in attesa del sì definitivo della Camera), costitusce non solo una novità giuridica da aggiungere e da amalgamare a norme tradizionali, ma una novità sociale senza precedenti che rischia di cambiare non solo la disciplina normativa ma anche il costume culturale ed etico degli italiani.
Dopo gli indirizzi di saluto del dott. Luigi Picardi, Presidente del Tribunale di Nola, del dott. Giuseppe Visone, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nola e presidente della sezione di Nola dell’ANM, dell’avv. Francesco Urraro, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola, e dell’Avv. Maria Masi, Consigliera Nazionale Forense, un qualificato parterre de roi ha affrontato lo spinoso argomento da tutti i punti di vista.
Molto interessanti le relazioni del prof. avv. Giovanni Verde, Emerito di Diritto processuale civile dell’Università Luiss Guido Carli, l’avv. Angelo Schillaci, dell’Università “La Sapienza” di Roma, e – come detto – del prof. Aldo Masullo, iscritto nell’Albo d’Onore del Foro di Nola, che hanno approfondito gli aspetti legali, sociali e culturali di un tema di stringente attualità, che guarda al futuro prossimo e che si candida ad apportare cambiamenti significativi negli assetti socio-giuridici, culturali ed etici della nostra società.
Particolarmente apprezzata la relazione introduttiva svolta dall’avv. Giuseppe Boccia, Direttore Generale della Scuola Bruniana, il quale partendo dai dati della crisi della famiglia tradizionale, ha spiegato l’esigenza di una regolamentazione non più differibile delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e delle convivenze, contenuta nel disegno di legge Cirinnà: il calo dei matrimoni (190.000/anno), il numero dei riti civili uguali ai matrimoni religiosi, l’aumento delle separazioni (90.000/anno) e dei divorzi (50.000/anno), l’aumento delle convivenze more uxorio e le spinte verso una nuova regolamentazione da parte dei giudici italiani della Corte Costituzionale (con la sentenza n. 138 del 2010 e n. 170 del 2014), della Cassazione e dei magistrati comunitari (con la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 25.7.2015) che hanno messo in mora l’Italia per la mancata regolazione dei diritti delle coppie omosessuali.
«Si tratta di una riforma epocale che riscriverà gran parte del diritto di famiglia e metterà in discussione lo stesso tradizionale concetto di “famiglia”, che probabilmente da qui in avanti non potrà più essere declinato al singolare» – ha sottolineato il Direttore Boccia – «introduce nuovi istituti: equipara sostanzialmente le unioni civili tra persone dello stesso sesso al matrimonio, con l’esclusione della parte relativa alla filiazione e, in particolare, all’adozione e per la prima volta regolamenta le convivenze more uxorio sia tra persone dello stesso sesso che tra persone di sesso diverso con la registrazione all’anagrafe e modifica persino il diritto successorio italiano, definito tra i più rigidi del continente europeo e incide anche, cosa di non trascurabile conto, sul nostro sistema fiscale e previdenziale».
Dunque, sono tante le questioni giuridiche sollevate dal d.d.l. Cirinnà: norme rilevanti e significative.
«Terminato l’impatto mediatico che ha contraddistinto tre mesi di dibattito sociale, politico ed istituzionale, è il momento della riflessione rispetto a norme che introducono nel nostro ordinamento un principio di civiltà giuridica, che noi avvocati, per il nostro ruolo e la nostra funzione sociale siamo tenuti ad applicare» – ha ricordato il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola, avv. Francesco Urraro – «Da operatori del diritto dobbiamo tener conto di una realtà che esiste e che deve essere regolamentata per sbloccare una situazione che porta a penalizzare l’uomo e la sua dignità e che va assolutamente valorizzata. In questo modo l’Italia cerca di colmare il ritardo rispetto al quadro costituzionale e comunitario che si è evoluto negli ultimi cinque anni: a livello europeo siamo uno dei pochi Paesi che non si è ancora dotato di un provvedimento così importante e significativo per il futuro».
Interessanti e stimolanti gli approfondimenti svolti durante il convegno, sotto il profilo giuridico, filosofico e morale.
«Le nuove norme costituiscono un vero e proprio terremoto che coinvolge tutta la società e importanti saranno i riflessi sulla formazione culturale ed etica degli italiani e soprattutto sulle nuove generazioni» – ha affermato l’avv. Boccia, Direttore della Scuola Bruniana – «Gli avvocati e i notai saranno chiamati a coadiuvare la nascita (legale) delle nuove formazioni familiari, a regolarne i rapporti (si pensi agli accordi di convivenza) e a gestirne l’eventuale crisi (basti pensare che la disciplina sul divorzio si applica anche alle unioni civili), oltre ai magistrati e agli studiosi del diritto, che dovranno aiutare ad interpretare e a stabilizzare le nuove regole».