di Titti Falco
“Conoscere la mafia per poterla sconfiggere e contrastare”.
È uno dei messaggi più importanti che Sigfrido Ranucci, giornalista, autore e conduttore televisivo, ospite questa mattina dell’Istituto Superiore “Masullo-Theti” di Nola, ha lasciato agli studenti.
“In un contesto in cui non vi è lavoro, non vi sono modelli di riferimento positivo – ha spiegato il giornalista di Report a ragazze e ragazzi – la mafia si infiltra fino a sostituirsi allo Stato stesso. Abbindola e attrae ostentando una bellezza effimera e il miraggio di un successo facile e veloce che si nutre di avidità di denaro e potere”.
Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, tra i più noti e premiati giornalisti d’inchiesta italiani, da tre anni sotto scorta per le numerose minacce di morte giunte da vari clan malavitosi, ha dialogato con gli allievi del “Masullo-Theti” del suo lavoro, ma anche di sé stesso, partendo dalla storia della trattativa tra Stato e mafia raccontata nel libro “Il Patto”, scritto insieme con il collega Nicola Biondo.
L’iniziativa si inserisce nel progetto didattico “Incontro con l’autore”, curato dalla prof.ssa Susy Barone. A preparare gli alunni delle classi V C inf, V A afm, IV A bio, V B inf, V B bio, IV A rim/sia e V A rim e a guidarli nella lettura di un libro interessante quanto complesso come questo, sono state le docenti Elena Silvestrini, Titti Falco, Susy Barone, Ersilia Nappi, Antonietta Peluso e Tiziana De Sapio.
A fare gli onori di casa nell’incontro svoltosi nell’ Auditorium “Francesco Vecchione” è stata la Dirigente scolastica Elisa De Luca che ha sottolineato l’importanza del lavoro di programmi come Report nell’offrire modelli positivi in un panorama televisivo che spesso propone invece format effimeri e diseducativi. A seguire le tante domande poste dagli alunni al giornalista: dalle questioni legate alla conduzione di Report a quelle più spinose sulla trattativa tra Stato e mafia, al ruolo coraggioso di magistrati come Falcone e Borsellino, alla posizione oscura di alcuni apparati dello Stato, fino ad arrivare ai profili dei malavitosi che hanno spadroneggiato fin dagli anni Ottanta nella vita sociale, politica ed economica del nostro Paese.
Su di tutti il vero protagonista de “Il Patto”: Luigi Ilardo, boss infiltratosi nella sua stessa organizzazione mafiosa che, già a partire dal 1993, aveva raccontato dell’esistenza di una trattativa, rivelando come dietro stragi ed omicidi eccellenti ci fosse, oltre la mafia, anche la mano dei servizi segreti, della massoneria deviata e della destra eversiva. Una materia complessa e spinosa quella che il giornalista, con la stessa maniera scrupolosa e cristallina con cui anima anche le inchieste di Report, ha illustrato ad alunni e docenti. E proprio a questi ultimi ha dedicato, prima di lasciare l’Istituto, parole di incoraggiamento ed encomio per l’abnegazione con cui ogni giorno lavorano con ragazze e ragazzi. Sono i docenti – ha spiegato Ranucci – che operano per fornire ai giovani quegli strumenti essenziali per combattere ogni tipo di mafia: l’istruzione, la memoria, il rispetto degli altri e dei diritti umani.