Bilancio positivo per la XXV edizione della Borsa mediterranea del turismo archeologico, allestita nelle strutture del Next, l’ex Tabacchificio Cafasso, a Paestum, inaugurata giovedì, con sipario calato ieri. Tante le presenze di operatori del settore provenienti da tutto il mondo, appassionati e cultori di archeologia, giovani per quattro giornate, trascorse in visite agli stand, ricchi di attrattive e riscoperte, nel segno di dibattiti e conferenze di alto profilo e valenze culturali. Una magnifica e splendida testimonianza di quello che per il Sud rappresenta il patrimonio storico-archeologico, polarizzato in larga misura in Campania, segnatamente nell’area metropolitana della città di Napoli, che da sola catalizza oltre tre milioni e mezzo di visitatori del sistema museale ed architettonico- monumentale dell’intero Sud. Un dato statistico di particolare rilevanza, che emerge dalla documentata ricerca presentata nella conferenza sul tema, I Comuni archeologici Unesco per un turismo esperienziale e sostenibile, sviluppata nell’ambito delle iniziative della Bmta, in collaborazione con l’ Associazione nazionale dei Comuni italiani.
Un’esperienza ricca di stimoli conoscitivi che hanno avuto modo di vivere le ragazze e i ragazzi del Liceo classico Giosuè Carducci, guidati dalla prof.ssa Milena Picciocchi, docente di Storia dell’Arte. Affascinante e di largo interesse la straordinaria Mostra archeo virtual, dedicata all’Intelligenza artificiale ed ospitata nel Museo archeologico, recentemente riaperto al pubblico. Un modo nuovo e ancor più raffinato nella completezza di lettura e comprensione del mondo passato, connesso con le molteplici risorse e illimitate potenzialità dell’Intelligenza artificiale nel dilatare gli orizzonti dell’Intelligenza umana che le fa da guida. Di pari segno per importanza le visite compiute nei laboratori per riscoprire il senso delle attività praticate dagli uomini del lontano passato, nel quadro delle cultura immateriale e materiale, per costruire la realtà sociale di riferimento sul pianeta-terra.
Di specifico risalto tra le altre esperienze vissute, l’immersione che le ragazze e i ragazzi del Carducci hanno potuto compiere nella conoscenza dei primi strumenti musicali utilizzati dall’uomo, in ideale viaggio tra natura, preistoria e storia. Un laboratorio di sicuro valore educativo e di articolata impronta interdisciplinare, curato da Walter Maioli e Carmine Di Biasi, alla scoperta delle modalità con cui i popoli antichi hanno acquisito conoscenze sugli strumenti idonei a produrre suoni ed elaborare quei linguaggi musicali, che danno il senso delle culture e dei cammini di civile evoluzione. Un laboratorio, quello di Maioli e Di Biasi,la cui portata aiuta a far comprendere la caratura e la struttura degli altri laboratori didattici, veri fiori all’occhiello della Bmta–2023. E senza dire dell’ammirazione suscitata dal laboratorio specchio dell’antica civiltà etrusca, favorendo l’esplorazione dell’arte e delle filiere produttive dell’artigianato, collegate con le modalità dello sbalzo, l’arte metallurgica, in cui eccelsero i pacifici etruschi.
Come dire, una ricognizione in grado di fondere e rendere complementari l’universale bello dell’arte e l’ artigianale laboriosità di ieri, con il futuro ch’è il presente dell’Intelligenza artificiale.