di Gianni Amodeo
Passione, conoscenza e competenza. E’ il trittico, che sintetizza e dispiega il profilo di Aldo Masullo, tra le figure più rappresentative e significative del pensiero filosofico contemporaneo, ma anche tra le più vivide ed eminenti personalità che partecipano attivamente al pubblico discorso per la circolazione delle idee nella civile società; una partecipazione, che per Masullo si esplica nell’attiva e proficua presenza sia nella “pratica” del giornalismo d’opinione, sempre più raro e difficile da leggere e riconoscere per la peculiare e insita affermazione del libero pensiero che richiede e che non si piega alle omologazioni conformistiche a senso unilaterale e unico, sia nell’ambito delle riviste culturali specializzate. Un impegno, quello di Masullo, che segue l’itinerario dell’elaborazione e della rappresentazione delle idee, ma anche quello della divulgazione.
E per l’aspetto divulgativo sono varie le iniziative che fanno registrare la sua partecipazione con interventi analitici ed approfonditi, sempre attrattivi per le argomentazioni logiche; e tra tutte le rassegne e manifestazioni che ravvivano l’agenda culturale del Bel Paese, spicca certamente il Festival della Filosofia della Magna Grecia, la cui diciottesima edizione si è conclusa alcune settimane orsono e a cui il pensatore nelle pregresse tornate ha partecipato con il suo valido contributo discorsivo e dialettico. E’ Il Festival, che costituisce un unicuum assoluto nello scenario nazionale ed europeo per l’elevato indice culturale e l’eccellenza organizzativa, con protagonisti centinaia di giovani di tutt’Italia, impegnati in Laboratori di ricerca, attività artistiche, tanto Teatro civile e raffinato, concerti di tutti i generi musicali. Un evento che si vive- e corre- tra i parlanti siti archeologici di Velia e Paestum, toccando Pollica, Casal Velino e il Vallo della Lucania, come dire le anime del fatato e accogliente Cilento, per attingere ai luoghi simbolici della nascita della Filosofia dell’Occidente, seguendo le tracce di Parmenide ed incontrando le radici dell’Europa.
Ma è il caso di ritrovare Aldo Masullo, un giovane di 93 anni, a cui la comunità studentesca del Liceo statale poli-funzionale “Girolamo Albertini” ha reso omaggio proprio in nome dei valori della passione, che è dedizione alla vita, della conoscenza sempre ricercata e mai appagata e appagante, oltre che della competenza, che si traduce nella sicurezza e varietà di linguaggio con cui declina e vive il rapporto tra cultura e realtà, tra il sapere e la quotidianità della vita sociale da “leggere” e decifrare; valori, che la comunità scolastica del presidio scolastico di via Feudo ha identificato quali segni distintivi dell’opera del pensatore, ammirandone la bella e straordinaria capacità del vivere semplice e dell’interagire con gli altri in modo nitido e con tanta esemplare, umana disponibilità.
Un omaggio davvero speciale e sentito, quello reso dai giovani dell’ “Albertini”, che hanno pensato bene di tradurlo in video, realizzato in proprio ed assemblando vari tasselli, che raccontano aspetti della biografia di Masullo, con il contrappunto della sua intervista condotta da Luigi Necco della Rai; un video di buona impostazione e fattura, scandito da efficaci didascalie, e proiettato nell’ Auditorium del plesso di via Feudo. E sulla scia della proiezione, a cui il destinatario dell’omaggio ha assistito senza risparmiarsi qualche battuta di garbata ironia, si è aperto lo …spazio delle domande dei giovani e delle puntuali, chiarificatrici risposte del filosofo. E a far da filo tematico, i contenuti de “La storia e la morte”, il saggio che Masullo pubblicò nel 1964 ed appena ri–stampato dall’ Editoriale scientifica nella celebre collana “ Vedere e pensare”per l’attualità delle riflessioni sviluppate sui valori della pace e sulle terrificanti minacce intrinseche alla tecnologia nucleare, applicata per scopi di dominio e conquista; tecnologia ormai nella disponibilità di vari Stati. Una distruttività immane, “parzialmente” sperimentata nell’agosto del 1945 a Hiroshima e a Nagasaki. E nell’attuale scorcio di terzo Millennio gli arsenali degli armamenti nucleari sono proliferati anche in Asia e tra i Paesi arabi, oltre che in Occidente.
La tesi del saggio- il cui contesto si rapporta agli anni della Guerra fredda, alla crisi di Cuba dell’ottobre del 1962, all’esplosione nel deserto di Gobi nel 1964 della prima bomba atomica realizzata in Cina- ruota sulla prerogativa conferita all’uomo di “infliggere un colpo mortale alla vita della storia e non dunque all’esistenza individuale, propria di altri, ma all’esistenza stessa ”; prerogativa che prima sarebbe stata attribuita soltanto alla “cieca natura”, cinica e perversa devastatrice e distruttrice di tutte le forme vivente e del mondo …creato dall’uomo. E’ la tesi, di cui l’incipit del saggio fornisce la chiave di lettura e di interpretazione; e così “La ragione consapevole di essere mortale, lotta contro la morte. Questa lotta, fin che dura, è la storia e la storia non è mai storia della morte, ma storia della vita“. Ma la storia della vita- come dell’umanità intera- è posta a repentaglio dalla tecnologia nucleare, che l’uomo può utilizzare, avvolto nella spirale del male, a cui si contrappone il bene fonte e nutrimento della vita. E’ l’antitesi tra male e bene, su cui intervengono i giudizi della storia; giudizi, fondati sull’etica della responsabilità che distingue e afferma i valori della vita e della pace anziché la loro negazione.