Letale piaga che corrode ormai da anni la nostra terra e il mondo intero; morbo che, anno dopo anno, accresce la schiera delle sue vittime innocenti. La violenza sulle donne è un seme che si sviluppa nella noncuranza.
Nei momenti in cui giustifichiamo, ci voltiamo per non ammettere l’ovvio, restiamo in silenzio perché pensiamo sarebbe disonore parlare, il seme cresce, la pianta attecchisce e si fortifica tra le vite distrutte.
Ma perché non sradicarla a tempo debito? Perché non prevenire? Perché aspettare che nuovo sangue venga versato? Oggi, 25 novembre, dobbiamo pensare e riflettere su questo argomento così complesso, perché, ogni giorno, ciascuno di noi può fare la differenza denunciando i piccoli gesti che apparentemente potrebbero sembrare banali, ma che in realtà sono il segno di una visione distorta diffusa in una parte del mondo maschile insicuro e violento che ricorre all’unica arma a sua disposizione: la maggiore forza fisica. Ecco quindi che la donna subisce ogni tipo di violenza fondamentalmente perché è donna o perché non è come l’uomo o la società vorrebbe che fosse, e pertanto viene aggredita, percossa, punita con la morte. Non si può lasciare che accadano e si commettano crimini contro le donne come conseguenza di concezioni e principi di stampo maschilista. Diciamo basta! Basta al silenzio, alla vergogna, alle umiliazioni. Basta al femminicidio, ispirato da una violenza e da un odio che operano in nome di un sentimento che non ha nulla in comune con l’amore.